L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO) mette in guardia sulle conseguenze della mancata conservazione dell’acqua e dell’inefficace lotta contro la crisi climatica.
Secondo la FAO, infatti, circa 50 milioni di persone nell’Africa subsahariana vivono in zone dove la grave siccità ha un impatto catastrofico sui terreni coltivati e sui pascoli e nel mondo la carenza d’acqua sta colpendo più di 3 miliardi di persone.
Una combinazione di crisi climatica, domanda crescente e cattiva gestione colpisce l’agricoltura, non solo in Africa.
Qu Dongyu, direttore generale della FAO, ha detto: «Dobbiamo prendere molto seriamente la scarsità d’acqua, perché è ormai la realtà con cui tutti noi conviviamo… Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU, che includono l’eliminazione della fame e il miglioramento dell’accesso all’acqua pulita, sono ancora a portata di mano, ma che occorre fare molto di più per migliorare le pratiche agricole in tutto il mondo e gestire le risorse in modo equo».
Il Rapporto sullo stato dell’alimentazione e dell’agricoltura 2020 dell’organizzazione ha rilevato che nell’Africa subsahariana la grave siccità ha effetti drammatici sui terreni coltivati e sui pascoli, con una frequenza di un evento catastrofico ogni tre anni. Più di un decimo delle terre coltivate piovose del mondo è soggetto a frequenti siccità, così come circa il 14% delle terre da pascolo del mondo.
L’irrigazione pluviale naturale interessa il 60% della produzione agricola globale e l’80% dei terreni coltivati, mentre il resto beneficia dell’irrigazione artificiale. Tuttavia, l’irrigazione artificiale non è una panacea: un’irrigazione del tipo sbagliato può sprecare acqua, esaurire risorse non rinnovabili come le falde acquifere sotterranee, e una cattiva gestione può far sì che alcuni agricoltori a valle perdano risorse idriche se i fiumi e i corsi d’acqua sono prosciugati dall’irrigazione a monte.
I sistemi di irrigazione su piccola scala e controllati a vista dai piccoli agricoltori sono spesso più efficienti dei progetti su larga scala. Ma i piccoli agricoltori di tutto il mondo si trovano ad affrontare ulteriori difficoltà, come la privazione di diritti idrici e lo scarso accesso ai finanziamenti e al credito.
Numerose ricerche hanno dimostrato che i terreni agricoli sono sempre più concentrati in meno mani, con le grandi aziende internazionali che si appropriano di fasce di produzione, mentre i piccoli agricoltori – le cui aziende agricole sono gestite secondo linee più sostenibili dal punto di vista ambientale – vengono estromessi. Circa l’1% delle aziende agricole gestisce il 70% dei terreni agricoli del mondo.
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