L’Homo Sapiens è stato talmente sapiens da trovare svariati modi per annullare se stesso e il mondo in cui vive. Oggi ne abbiamo allarmanti conferme, ma fortunatamente non tutta l’umanità è disumanizzata a tal punto.
Chi ha mantenuto integro il proprio lato umano è consapevole che si deve combattere per un mondo più giusto, più onesto, migliore, senza retorica e un mondo tale può e deve esistere, però a 360 gradi: non posso predicare di voler bene a uomini e donne e alzar le spalle di fronte alla deforestazione; non si può parlare d’amore tra gli uomini ed essere indifferenti al bracconaggio. Perché, volenti o nolenti, qui su questa amata Terra siamo tutti insieme e tutti collegati.
Purtroppo, uno strumento che sempre più accompagna il progresso tanto sperato dell’umanità è la guerra; essa, in tutte le sue forme, non fa che distruggere, annientare qualunque forma di vita. Deturpando un paesaggio, deturpo anche la storia di un popolo; cancellando la storia di un popolo, cancello la sua identità, fino a dominare la sua essenza.
Il fenomeno umano della guerra non richiede di andare indietro di molti secoli per cercare degli esempi, perché è sufficiente guardarsi bene intorno e informarsi nel modo corretto. Tutti conosciamo la situazione nel Medio Oriente, una minor parte forse sa della devastazione che la guerra continua a portare in Africa, come in Congo, giusto per citarne una.
Ovunque, a dettar legge sono gli interessi economici e politici che non si fermano davanti a nulla, pare, nemmeno di fronte a questa lunga pandemia.
Alcuni testimoni di vita ci hanno lasciato delle parole che ancora oggi risuonano forti in queste situazioni, come a ricordarci che davvero la storia pare essere una sorta di ciclo che si ripete perennemente.
Leggendo le parole che Oriana Fallaci scrive in Niente e così sia, riguardo alla guerra in Vietnam, sembra che ci si stia riferendo agli odierni conflitti diffusi nel mondo, a causa dei quali si uccidono molte persone (soldati e civili) e si distruggono grandi porzioni di questo mondo.
«Eppure come doveva esser bello, allegro, il Vietnam quando non c’era la guerra. I monti dove ora si muore son blocchi di giada e smeraldo, il cielo dove ora schizzan le bombe è una cappa color fiordaliso, e il fiume che ora serve a spegner gli incendi ha un’acqua così limpida, fresca. Come doveva esser semplice sentirsi felici quaggiù, andando a pescar sulle rive, a passeggiare nei boschi. Ma perché si deve sempre sporcar la bellezza?»
Oriana Fallaci, Niente e così sia
Riusciremmo tutti ad immedesimarci? Tutti potremmo immaginare i paesaggi tanto cari e famigliari, in cui viviamo, distrutti da bombe e trincee? In Europa ci si è anche già passati, ma quanto in fretta è stato forse dimenticato!
È chiaro: la bellezza è costantemente minacciata, oggi ancora di più.
Che si ergano dei baluardi per difenderla, per tutelarla e per testimoniare che l’umanità esiste ancora.
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