La poiana è uno dei nostri rapaci più comuni, eppure un tempo è stata talmente perseguitata da rischiare l’estinzione. Nel Settecento, per esempio, la sua popolazione si era notevolmente ridotta in tutta Europa per la lotta attuata da cacciatori e allevatori che, approfittando della sua abitudine di cibarsi di carogne, spargevano bocconi avvelenati in campagna e nelle riserve di caccia. Attualmente la poiana è protetta dalle leggi e addirittura è numericamente in aumento, nonostante qualche episodio di bracconaggio esista ancora. L’accusa, infatti, di predare pollame e animali destinati alla caccia resiste ancora. Il suo cibo preferito, però, rimangono i roditori, anche se all’occorrenza non si lascia sfuggire piccoli uccelli, conigli o giovani lepri. Insomma, possiamo dire che la poiana è formalmente protetta, ma ha ancora molti denigratori che non la vedono di buon occhio in campagna. Fotograficamente è un soggetto splendido, ma molto difficile da riprendere a distanza ravvicinata. Soprattutto in inverno può capitare di cogliere qualche bella immagine dall’automobile mentre il rapace è posato su qualche albero ai bordi della strada, ma dal capanno può essere difficoltoso fotografarlo se non si attuano gli accorgimenti del caso. La poiana è sensibile a qualsiasi movimento e appena l’obiettivo si sposta dalla feritoia del nascondiglio è capace di fuggire e non farsi più vedere. Per attirarla si può usare qualche carcassa di animale morto trovato lungo le strade (nutria, riccio, fagiano), oppure frattaglie di pollo comprate al supermercato. Si consiglia di puntare l’obiettivo sull’esca e di fare in modo di non fare troppi movimenti per cercare l’inquadratura. Esistono capanni a pagamento dove si fotografa la poiana quasi a colpo sicuro, ma il “fai da te” dà sicuramente più soddisfazione.
Come è stata scattata la foto
L’esemplare che vedete è stato fotografato da un capanno costruito in campagna nei pressi di un laghetto artificiale. La validità dell’appostamento è data dagli exif del file notando l’escursione focale a 95 mm: obiettivo Nikon 70-200 f/2,8, fotocamera Nikon D850. Altri dati 1/3200 sec.; apertura f/4, ISO automatici a 3200. Avevo impostato un tempo così rapido per “congelare” l’arrivo in volo, ma ho perso quell’attimo.
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