Chi ama la fotografia naturalistica di solito ama tutti gli animali, anche quelli non considerati proprio campioni di bellezza, come ad esempio i rospi. Questi anfibi, infatti, sono spesso ripresi nei loro ambienti, soprattutto con la tecnica della fotografia macro, cioè a distanza ravvicinatissima. Fotografare un rospo non è difficile, la maggior difficoltà consiste nel riprenderlo dalla giusta angolazione per “valorizzarlo” meglio. La prospettiva migliore è ovviamente al livello del suolo (quand’è possibile) e quindi ci si deve stendere sul terreno, oppure semplicemente inginocchiarsi usando un mirino a pozzetto o sfruttando la possibilità di certe reflex che hanno il monitor reclinabile. Tornando ai rospi come soggetti fotografici, io li trovo bellissimi. Non affermo questo per spirito di contraddizione, ma davvero esercitano su di me un fascino particolare. Ogni anno in primavera, infatti, mi reco in un laghetto in montagna per fotografare gli assembramenti di rospi che scendono dai boschi per raggiungere l’acqua e riprodursi. Centinaia e centinaia di rospi insieme sono davvero uno spettacolo unico. Questa foto non proviene dal laghetto montano, ma è stata ottenuta in giardino usando un’attrezzattura tutt’altro che sofisticata: una compatta in modalità macro con l’utilizzo del flash incorporato. A dir la verità ho dovuto fare parecchi scatti per trovare quello giusto, poiché il flash della compatta sovraesponeva sempre la scena. Ho trovato la giusta combinazione sottoesponendo di un diaframma. Per fortuna il digitale permette di accorgersi in tempo degli errori d’esposizione e quindi abbiamo la possibilità d’intervenire. Il rospo, poi, non aveva nessuna fretta di andare a nascondersi, anzi per lui cominciava la serata con cena a base d’insetti, attirati dai lampioncini del giardino. Ho usato una Nikon Coolpix P6000 impostata a ISO 64, diaframma f/7,2 e 1/60 sec. Come ho ricordato prima ho sottoesposto manualmente di un diaframma.
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