Il Parco del Ticino Lombardo è capofila di un progetto LIFE per la tutela del Pelobate fosco insubrico. L’iniziativa verrà finanziata al 75% dalla UE e vede tra i cofinanziatori la Fondazione Cariplo e la Snam. Il Pelobate fosco (Pelobates fuscus insubricus) è un piccolo rospo bruno-rossastro con grandi macchie olivastre che si trova oggi a rischio di estinzione in Italia.
Com’è fatto e dove vive
Più piccolo e tondeggiante rispetto al Rospo Comune, il Pelobate fosco – unico anfibio italiano caratterizzato da pupille verticali come quelle delle vipere – è presente con una popolazione presso il sito Natura 2000 “Paludi di Arsago”, in provincia di Varese.
La zona è monitorata da anni dal Parco del Ticino grazie a un precedente progetto finanziato dalla Fondazione Cariplo al fine di riqualificare alcune zone umide in cui è presente l’anfibio, che trova il suo habitat ideale in stagni, paludi e acquitrini in cui non siano presenti predatori, fra cui pesci e gamberi.
I partner del Progetto
LIFE Nature and Biodiversity – LIFE19 NAT/IT/000883 LIFE-INSUBRICUS vede una serie di partner a fianco del Parco del Ticino: il Parco Pineta Appiano Gentile-Tradate, la Città Metropolitana di Torino, gli Enti di gestione delle Aree Protette del Po Torinese, del Ticino-Lago Maggiore, del Parco Paleontologico Astigiano. Vi sono inoltre due soggetti privati: Eleade Società Cooperativa, costituita dagli stessi erpetologi che da anni seguono la popolazione di Pelobate fosco in differenti zone della Pianura Padana e Istituto Delta – Ecologia Applicata per la gestione del progetto e gli aspetti di comunicazione.
6 anni di azioni concrete
Il progetto prenderà il via il 1° ottobre di quest’anno e dovrebbe concludersi alla fine del 2026.
Il Pelobate fosco, comunemente detto anche Rospo della vanga, è una specie endemica in quanto si trova soltanto nella Pianura Padana e, perciò, è inserita negli allegati della Direttiva Habitat fra le specie di interesse prioritario comunitario, mentre i siti che la ospitano sono di norma identificati come sito Rete Natura 2000.
«Durante i 6 anni di attività, in Lombardia e Piemonte – afferma Francesca Lara Monno, consigliere del Parco – verranno realizzati interventi per garantire la conservazione di popolazioni vitali e per contrastare le principali minacce alla presenza della specie. In particolare le azioni concrete di conservazione includono interventi di ripristino e miglioramento delle zone umide esistenti e la creazione di nuovi siti adeguati alla riproduzione e al ripopolamento all’interno dei 14 Siti Natura 2000 identificati».
Un progetto che deve coinvolgere tutti
«Di fondamentale importanza per il raggiungimento dei risultati previsti – aggiunge Cristina Chiappa, Presidente del Parco – sarà il coinvolgimento attivo della popolazione locale e dei principali stakeholder. A tal fine è prevista l’organizzazione di eventi locali aperti al pubblico e in particolare agli studenti delle scuole del territorio. Tra le attività di formazione previste si evidenzia la Summer School e gli stage formativi rivolti a giovani erpetologi e a una task force di volontari. Inoltre, è stata raccolta la disponibilità di privati proprietari e agricoltori delle aree coinvolte sia alla partecipazione in fase di presentazione della proposta progettuale, sia alla ricezione delle linee guide per la conservazione del Pelobate fosco insubrico che verranno sviluppate in corso di progetto».
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