L’organo che più di tutti mette gli esseri viventi a contatto con ciò che li circonda sono gli occhi. Ma ciò che gli animali vedono con i oro occhi, da specie a specie, può essere molto diverso.
Noi uomini ci affidiamo alla vista più che a qualunque altro senso per raccogliere informazioni sul mondo che ci circonda. Anche se i nostri bulbi oculari non sono così grandi in proporzione al corpo, la nostra visione è ottima: merito del cervello, che riesce a costruire un’immagine tridimensionale e ben definita, sulle brevi e lunghe distanze.
Molti animali non sono da meno, ma immaginare il modo in cui vedono è piuttosto complesso, perché ogni piccolo gruppo ha una percezione del mondo che può essere profondamente diversa dalla nostra. Per alcuni, come uccelli e primati, la vista è essenziale, come nel nostro caso, mentre non mancano specie, anche tra i mammiferi, che possono farne a meno, avendo maggiormente sviluppato altri sensi.
Gli occhi dei vertebrati, in ogni caso, tendono ad assomigliarsi molto: sulla parete interna del bulbo oculare si trova la retina, il vero “sensore” dell’occhio, costituita da due tipi di cellule, i coni – adibiti alla visione dei dettagli e dei colori durante il giorno – e i bastoncelli, che invece contribuiscono a captare la poca luce disponibile durante le ore notturne. La proporzione tra coni e bastoncelli, e la loro posizione e densità nell’occhio, cambiano tra le diverse specie animali e ci raccontano molto delle abitudini e dello stile di vita di un animale.
La percezione dei colori
La luce visibile copre solo una piccola banda dello spettro elettromagnetico (quella tra i 380 e i 760 nanometri di lunghezza d’onda) e ci consente di rilevare tutti i colori che noi conosciamo.
Altre specie animali però percepisconocon i loro occhi porzioni dello spettro diverse dalle nostre, portandosi verso un estremo o l’altro (infrarosso o ultravioletto). Molti insetti e alcuni uccelli riescono a percepire una parte della luce ultravioletta, che può, per esempio, fornire informazioni preziose sullo stato della vegetazione, mentre i pesci di profondità possiedono una particolare sensibilità verso i toni blu verdi e non rilevano il rosso.
La percezione dei colori dipende, quindi, anche dalla porzione dello spettro al quale gli occhi sono sensibili. Noi uomini percepiamo un buon numero di colori, ma alcuni animali, come gli uccelli, riescono a vedere sicuramente più sfumature. Lo sappiamo perché i volatili presentano quattro diversi gruppi di coni dedicati al rilevamento dei colori. Noi e le scimmie ne abbiamo tre e la maggior parte dei mammiferi solo due. In pratica ognuno di questi gruppi vede il mondo in modo unico, con colori e modalità per noi inimmaginabili.
Vedere anche al buio
Ma è di notte che le cose si complicano. Noi uomini non abbiamo abbastanza elementi sensibili alla luce bassa (i già citati “bastoncelli”) per incrementare in modo radicale il debole bagliore delle stelle. I felini e i rapaci notturni, per esempio, possono fare molto meglio di noi e hanno occhi almeno sei volte più sensibili alla luce.
Nessun animale, però, può vedere nel buio assoluto, come quello di una grotta, perché non c’è alcuna luce da amplificare. Tuttavia, con l’avvento di diversi tipi di visori notturni (termici, a infrarosso attivo e ad amplificazione della luce), l’uomo ha avuto la possibilità di vedere al buio meglio di qualunque altro animale.
La posizione degli occhi
Anche il posizionamento degli occhi è molto importante: tutti i predatori che cacciano a vista (noi compresi) li hanno ben separati e puntati in avanti.
Questo consente la visione tridimensionale, perché i due occhi captano un’immagine leggermente sfalsata che il cervello elabora calcolando le distanze.
Chi deve “scappare”, invece, come i mammiferi erbivori (ma anche le galline), ha gli occhi ai lati della testa, per tenere sotto controllo quanto avviene sui fianchi, sacrificando la qualità della visione frontale.
Perché alcuni sono ciechi
Non mancano gli animali che hanno del tutto rinunciato alla vista e, comunque, riescono a cavarsela molto bene in ogni situazione. Spesso si sente dire “cieco come una talpa”, e in effetti questo mammifero non brilla certo per capacità visive. Anche se non è veramente cieca, la talpa ha gli occhi coperti da un sottile velo di pelle e a malapena riesce a distinguere il buio dalla luce. La vista, però, non le serve poiché passa tutta la vita sottoterra, facendosi guidare dal tatto e dalle vibrazioni.
Anche se noi diamo un’importanza straordinaria a immagini, luci e colori, è importante ricordare che molti organismi hanno completamente rinunciato a questo mondo, in virtù dello stile di vita che adottano. Si tratta, per esempio, di pesci, insetti e ragni, adattati a vivere nel profondo delle grotte, dove non arriva neanche un raggio di luce; e dove percepiscono il mondo in modo completamente diverso da noi, grazie al tatto, alle vibrazioni e agli odori.
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