Con il progetto “Scienza Viva. Orti botanici e giardini di delizia. Antichi saperi e nuove pratiche per la diffusione della cultura scientifica” prosegue l’azione di divulgazione condotta dai giardini che aderiscono alla Rete degli Orti Botanici della Lombardia.
L’iniziativa Scienza Viva in Giardino (SIVNG), che ha come capofila il Consorzio Villa Reale e Parco di Monza e di cui è partner anche la Rete dei Giardini Storici (ReGiS), è nata con lo scopo di indagare sul patrimonio custodito all’interno dei rispettivi circuiti e di diffonderne la conoscenza per mezzo di forme espositive e didattiche nuove e coinvolgenti. Supportati dalla Rete, i singoli Orti Botanici hanno perciò avviato il recupero di alcuni nuclei del loro patrimonio finora poco noti al pubblico.
L’Orto Botanico di Bergamo “Lorenzo Rota” ha approfondito lo studio della sua collezione pomologica, risalente al 1887 e costituita da 214 modelli in ceroplastica di antichi frutti, con lo scopo di verificarne la rispondenza con varietà ancora esistenti.
Il Giardino Botanico Alpino “Rezia” di Bormio ha riportato alla luce una collezione di 790 provette contenenti i semi di altrettante specie alpine raccolti negli Anni ’50, il cui studio può essere di supporto alle riflessioni sui temi del cambiamento climatico globale e sull’etnobotanica.
I visitatori dell’Orto Botanico di Brera potranno invece mettere a confronto con la cartellinatura attuale, ricchissima di informazioni, le circa 200 etichette di fine Ottocento rinvenute durante i lavori di ristrutturazione. Realizzate dalla manifattura Richard-Ginori in porcellana dipinta a mano, riportano solo il nome scientifico di ciascuna specie.
La storia delle piante tintorie, che hanno fatto la fortuna e la ricchezza dell’arte e dell’industria tessile italiana, è raccontata all’Orto Botanico Città Studi, che ha studiato in parallelo le collezioni di piante viventi e alcune tavole parietali del diciannovesimo secolo, mentre il lavoro dell’Orto Botanico “G.E. Ghirardi” di Toscolano Maderno, da sempre luogo di studio di entità vegetali alloctone dai principi attivi cardiotonici e antitumorali, si è concentrato su una collezione di 47 modelli di droghe vegetali di diversa provenienza geografica, acquisiti a partire dal 1964.
Infine, l’Orto Botanico di Pavia sta lavorando alla valorizzazione di 150 preziosi modelli vegetali in cartapesta o gelatina, che rappresentano in maniera ingrandita fiori e organi riproduttivi delle piante, ma anche frutti e malattie fungine, ed erano impiegati alla fine dell’Ottocento come supporto all’insegnamento della botanica.
L’obiettivo di SVING è restituire a questi straordinari manufatti una dimensione interattiva e un utilizzo come strumenti educativi grazie ad acquisizioni digitali e nuove tecnologie. Affinché dall’integrazione tra antichi saperi e conoscenze scientifiche attuali possano scaturire chiavi di lettura interessanti per interpretare le sfide del mondo contemporaneo.
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