“Gli italiani non amano gli alberi” Stendhal.
Siamo circondati da alberi bellissimi di cui però ignoriamo quasi tutto. A cominciare dal nome. Quanti di noi saprebbero dire sotto quale albero ci siamo riparati dal sole cocente di un pomeriggio estivo? E quanti sanno quali sono le piante che impreziosiscono il viale di casa? La questione è assai più grave di quanto potremmo credere. Spesso perfino chi è chiamato a progettare i nostri centri urbani non sa distinguere un albero da un altro.
Questa ignoranza si traduce in disattenzione. E la disattenzione è all’origine della scarsa cura. Qualche settimana fa, a Roma, in seguito a un temporale è caduto una pianta ferendo cinque persone. Un episodio tutt’altro che isolato – è accaduto di recente a Catania, Genova, Milano Napoli e altre città – che genera allarme sullo stato di salute del patrimonio arboreo italiano. La legge impone censimenti, piani e bilanci, ma quanti sono i municipi che rispettano gli obblighi?
Se da un lato cresce fra i cittadini la consapevolezza che il verde è un bene prezioso – capace di portare benefici alla qualità dei centri abitati e alla salute degli abitanti – dall’altro incombono i tagli alla spesa pubblica in questo settore. Nei Comuni scarseggiano gli uomini e le risorse per far fronte alla manutenzione ordinaria e straordinaria del verde pubblico. Nella capitale – che possiede un immenso patrimonio vegetale, solo le alberature sono 330 mila, di cui circa 150 mila su strade pubbliche, – c’erano 1800 addetti al Servizio Giardini nel 1980, oggi ne restano 250.
Le amministrazioni locali hanno a disposizione tre strumenti di governo del verde: Censimento, Regolamento e Piano. Alla fine del 2014 (Fonte Istat) solo 12 comuni capoluogo di provincia hanno approvato il Piano del Verde, che dovrebbe essere parte integrante dello Strumento urbanistico generale; 51 hanno approvato un Regolamento del verde, 10 dei quali solo per ciò che riguarda il verde pubblico. Il Censimento è lo strumento più utilizzato, approvato in 84 capoluoghi.
Il monitoraggio del rischio di cedimento delle alberature stradali, in applicazione della Legge n. 10/2013, è stato compiuto da 25 capoluoghi, addirittura solo 15 sono quelli che presentano un Bilancio arboreo, ovvero il computo di quanti alberi ha trovato un sindaco al suo insediamento e quanti ne lascia alla fine del mandato.
Possibile che tra tanti soldi pubblici per promuovere iniziative di dubbia utilità non si trovi il modo di mappare gli alberi della città? Possibile che tra tanti giovani creativi nessuno abbia ancora pensato di creare un’applicazione di facile utilizzo che consenta a tutti noi di conoscere qualcosa di più del patrimonio verde che ci circonda?
Forse è proprio vero, gli italiani non amano gli alberi.
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