Penso che non riuscirei a mantenermi in buona salute, sia nel corpo che nello spirito, se non trascorressi almeno quattro ore al giorno vagabondando per i boschi, per le colline e per i campi, totalmente libero da ogni preoccupazione terrena
Il miglior modo per fare esperienza della Natura è forse quello di vivere il più vicino ad essa; occorre frequentare spesso la Natura, visitarla e respirarla.
Lo sapeva molto bene H. D. Thoreau, che nel suo breve saggio Camminare ha riportato tutto il proprio amore per il vagabondare nei boschi. Un piccolo gesto che nasconde un immenso tesoro. E non per fuggire le preoccupazioni, ma per meglio vivere la quotidianità una volta che si ritorna; infatti, attraverso la Natura, può accadere un miracolo: «Vorrei, nei miei vagabondaggi, far ritorno a me stesso». Sembra paradossale, ma perdersi nei boschi può farci ritrovare noi stessi: perdersi per ritrovarsi. Un misterioso insegnamento che la Natura è sempre disposta a donarci. Ecco perché bisogna tenere accesa la speranza che si possano sempre più preservare le nostre care foreste, simbolo concreto di vita, come già, del resto, aveva intuito Thoreau: «Ah, se la gente cominciasse a bruciare le staccionate e lasciasse vivere le foreste!». Sapendo che la Natura sarà sempre lì ad aspettarci, liberiamoci dalle catene, poiché «se sei un uomo libero, allora sei pronto a metterti in cammino».
Henry David Thoreau (1817-1862), poeta, saggista, filosofo e naturalista americano. Andò a vivere per due anni nei boschi vicino al lago di Walden, vicino alla cittadina di Concord, Massachusetts, da cui il suo libro Walden, ovvero vita nei boschi. Tra i suoi libri possiamo ricordare, oltre a Camminare, La disobbedienza civile e Cape Cod.
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