Due quinti delle specie identificate come minacciate dal commercio internazionale di animali selvatici non sono coperte dall’accordo globale che lo regolamenta, il che riguarda 904 specie e, tra queste, 370 specie in pericolo critico o in pericolo nella Lista rossa delle specie minacciate dell’IUCN.
Il nuovo studio sulla salvaguardia della fauna selvatica minacciata dal commercio internazionale, “Identifying species likely threatened by international trade on the IUCN Red List can inform CITES trade measures”, pubblicato su Nature Ecology & Evolution, è stato condotto da un team di ecologi ed esperti di commercio di fauna selvatica dell’Università di Oxford, dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), del Centro Mondiale di Monitoraggio della Conservazione del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP-WCMC) e della The Zoological Society of London (ZSL).
L’eccessivo sfruttamento di animali e piante rappresenta una delle principali minacce per la natura.
I ricercatori hanno cercato di identificare le potenziali lacune nelle protezioni del commercio internazionale per la biodiversità mondiale, determinate nell’ambito dell’accordo per la natura siglato dalle Nazioni Unite – il Quadro Globale per la Biodiversità di Kunming-Montreal – per fermare l’estinzione delle specie e per garantire che la raccolta, l’uso e il commercio delle specie selvatiche siano sostenibili,
Le protezioni del commercio internazionale di fauna selvatica sono stabilite dalla Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES), nell’ambito della quale i Paesi firmatari decidono periodicamente i controlli sul commercio di migliaia di specie animali e vegetali.
Circa 40.000 specie sono attualmente incluse nelle appendici della CITES. Tuttavia, in assenza di una metodologia solida e ripetibile per informare il processo di inserimento nell’elenco, è possibile che non tutte le specie minacciate dal commercio internazionale godano delle necessarie protezioni globali.
Identificare le lacune nella protezione
I ricercatori hanno utilizzato la Lista Rossa delle Specie Minacciate dell’IUCN e hanno confrontato questa lista con le specie elencate dalla CITES per identificare potenziali lacune.
Delle 904 specie probabilmente minacciate ma prive di una protezione corrispondente, centinaia sono pesci e piante da fiore, e sono state identificate anche molte specie di uccelli, rettili e anfibi.
Dan Challender, ricercatore presso il Dipartimento di Biologia dell’Università di Oxford e autore principale dello studio, ha dichiarato: «Se da un lato la nostra ricerca dimostra che la CITES riesce moderatamente bene a identificare le specie che necessitano di una regolamentazione del commercio, dall’altro suggerisce che centinaia di specie vengono trascurate. L’incrocio dei dati della Lista Rossa con le informazioni della CITES porta alla luce queste potenziali lacune di protezione e spero che le Parti della Convenzione utilizzino la nostra metodologia per informare le loro decisioni in vista e durante la prossima COP della CITES, attualmente prevista per il 2025».
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