Un incontro di sette ore a Houston con uno scopo: tornare a definire “pianeta” Plutone, il nono corpo celeste che ruota intorno al Sole, e progettare una nuova missione destinata alla sua esplorazione. La sonda New Horizons ha dato grandi soddisfazioni nel 2015, e proprio sulla base dei primi dati accumulati dalla Nasa, si vuole partire per fare luce sugli altri misteri di questo piccolo oggetto del cosmo.
Sono tanti i dubbi che devono ancora essere svelati. Si pensa che sia un pianeta caratterizzato da vaste pianure di azoto ghiacciato, contrappunto da montagne alte fino a 3mila metri. Ma c’è ancora da capire come è fatta “l’aria” che lo circonda e in che modo si relaziona ai satelliti.
Alla scoperta di Plutone
Alan Stern coordina i lavori e sta pianificando la nuova missione che potrebbe essere inaugurata nel 2030. Un viaggio di otto anni per raggiungere i confini del sistema solare, cui andrebbero sommati i cinque dedicati all’esplorazione di Plutone e delle sue lune. L’ideale sarebbe utilizzare Caronte, il principale satellite di Plutone, come fionda gravitazionale, esperimento analogo a quello ottenuto da Cassini per sorvolare Saturno. Plutone è stato declassato a pianeta nano dall‘International Astronomical Union, ma c’è chi spinge per farlo tornare a essere un pianeta a tutti gli effetti. Vari astronomi pensano che debbano essere rivisti i criteri con cui si stabilisce la realtà di pianeta; puntando soprattutto sulla geofisica e non sulle caratteristiche dei moti di rivoluzione e rotazione. In ogni caso sono molte le perplessità e finché peserà sulla bilancia uno studio serio e approfondito, difficilmente potremo tornare a parlare del nono pianeta del sistema solare.
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