Da sempre la tradizione silvocolturale di governo dei boschi prevede la ceduazione, ovvero il taglio periodico degli alberi, che però non vengono completamente abbattuti, ma di cui si lasciano ceppi o monconi più o meno estesi del tronco, da cui si origineranno nuovi polloni. La sapiente gestione di questi polloni può tra l’altro generare alberi dritti e affusolati, utili per esempio per la paleria (come con i castagni).
Alle nostre latitudini, il governo a ceduo è però possibile solo per un bosco di latifoglie (castagno, faggio, carpino, querce, ecc.), perché a differenza delle conifere, questi hanno la possibilità di generare, grazie a gemme dormienti, dei nuovi fusti al momento della recisione del fusto della pianta “madre” dalla ceppaia.
Tuttavia in Giappone sin dal XV secolo vi è una tecnica spettacolare di ceduazione che viene applicata anche a una particolare specie di conifera, il cedro di Kitayama.
Si tratta del daisugi, una tecnica giapponese di silvicoltura nata appunto 600 anni fa, ma utilizzata ancora oggi.
Consiste nel far crescere sulla cima di solidi e vetusti esemplari di questi cedri dei veri e propri alberi più giovani leggeri, alti e diritti. Per riuscirci si usano metodi comuni (soprattutto tramite potature) nella trasformazione di giovani piante in bonsai. I cedri selezionati (non tutti sono adatti per questa tecnica) vengono, infatti, potati rigorosamente a mano, lasciando crescere solo i rami superiori da cui germoglieranno i nuovi rami.
Questi nuovi germogli, seguendo delle regole precise, diventeranno un legno ideale: perfettamente uniforme, diritto e completamente privo di nodi. Tra l’altro il legno degli aberelli che crescono sulla cima è il 140% più flessibile del cedro standard e il 200% più denso e forte.
A prima vista, sembrerebbe come se i cedri fossero coltivati sopra altri cedri. Un singolo albero può far crescere fino a cento germogli alla volta e produrre legno per centinaia di anni.
L’effetto ottico è magico e surreale mentre quello pratico è la produzione di legname, senza però abbattere alberi ma anche senza capitozzarli o ridurli a ceppo (come nei nostri cedui) e quindi mantenendone gran parte delle loro funzioni ecologiche.
Questo significa far crescere dozzine, al massimo 100 o più tronchi da un ceppo, e un ceppo si rinnova come una foresta. Ciò ha ridotto il numero di piantagioni, accelerato il ciclo di raccolta e prodotto legname più denso.
«Scritto come “台 杉” letteralmente significa cedro piattaforma, la tecnica produce un albero che assomigliaa a una palma aperta con più alberi che crescono, perfettamente verticali» dice Johnny Waldman di Spoon e Tamago.
«Se eseguita correttamente, la tecnica può prevenire la deforestazione e produrre legname perfettamente tondo e diritto noto come taruki, che viene utilizzato nei tetti delle case da tè giapponesi».
Sebbene il daisugi nel secolo scorso diventò soprattutto una tecnica decorativa per giardini e bonsai in vaso, ora è in via di riscoperta, sia per la qualità del legno, sia per i benefici in termini ecologici.
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