La conosciamo principalmente come autrice del bestseller Primavera silenziosa e come una delle figure fondamentali per la nascita dell’ambientalismo negli anni ’60 del Novecento ma, prima di tutto questo, Rachel Carson è stata una competente biologa marina e una straordinaria narratrice delle bellezze della vita negli oceani.
Il suo primo libro, uscito nel corso del secondo conflitto mondiale, fu Under the sea wind, dove non mancavano gli sprazzi poetici e già ben si intuiva il grande talento di Carson come narratrice, ma fu col seguito The sea around us (“Il mare intorno a noi”) che la scienziata della Pennsylvania ottenne un grande successo di vendite e di pubblico. Il libro ottenne un tale livello di notorietà che ne venne tratto un documentario, ritenuto peraltro di scarsa fattura dall’autrice stessa, che però ottenne il premio Oscar l’anno seguente, nel 1953.
Grazie alla sicurezza economica raggiunta, Carson acquistò una casa a Southport Island nel Maine a un passo dalle rive dell’Atlantico. Oggi l’area circostante è protetta, ed è intitolata Rachel Carson National Wildlife Refuge. Le osservazioni effettuate lungo la costa in prossimità della sua nuova abitazione andarono ad arricchire il terzo libro della scienziata, che concludeva una sorta di trilogia sulla vita marina: The edge of the sea. Pubblicato nel 1955, questo libro affrontò un argomento vario e fino ad allora poco trattato in testi divulgativi come la vita costiera: influenzate dalle maree e da venti e onde, le forme di vita che vivono in quell’area di connessione tra la terra e il mare sono affascinanti, spesso insolite e mostrano forme di adattamento a un mondo così cangiante che lasciano il più delle volte a bocca aperta.
“La riva del mare è un luogo strano e bellissimo. Durante tutta la lunga storia del pianeta è stata un’area inquieta, dove le onde si frangevano pesanti contro la terra. Contemplando la vita brulicante sulla costa, abbiamo l’inquietante sensazione che ci venga comunicata una qualche verità universale, al di là della nostra comprensione. […] Il significato ci tormenta e sempre ci sfugge: è proprio inseguendolo che ci accostiamo al mistero ultimo della Vita stessa”.
Finalmente, dopo un’attesa di quasi settant’anni, è arrivata una traduzione italiana di questo gioiello di narrazione naturalistica. Grazie ad Aboca Edizioni è finalmente uscita questa versione con l’evocativo titolo La vita che brilla sulla riva del mare. Anche nella lingua di Dante il talento descrittivo di Carson rende scorrevole e affascinante la lettura di questo saggio, e tra le righe emerge un forte incoraggiamento al lettore, affinché si avventuri tra spiagge e coste rocciose alla ricerca di conchiglie, alghe, crostacei e molluschi. Non a caso, la prefazione, ad opera della celebre scrittrice canadese Margaret Atwood, dice così, riferendosi alla trilogia del mare di Carson: “In tutti questi libri c’è un ritornello di fondo: Guarda. Vedi. Osserva. Impara. Stupisciti. Chiedi. Concludi. Rachel Carson insegnò ai lettori a guardare il mare – a pensare sul mare – in modo nuovo”. Dal 1955 a oggi, come è normale che sia, molti nomi scientifici e classificazioni di specie sono cambiati. In tal senso, è apprezzabile la scelta dell’editore di mantenere i nomi usati in origine dall’autrice, per specificare gli aggiornamenti avvenuti nel tempo solo nelle note a piè di pagina.
Di lì in avanti, tra varie peripezie, la malattia che avanzava e una notorietà sempre crescente, la vita di Rachel Carson divenne sempre più complessa. Nel 1962 arrivò Primavera silenziosa, e con essa la denuncia all’utilizzo incontrollato del DDT, i primi movimenti ambientalisti e una sensibilità alle questioni ambientali che prima non esisteva, quantomeno tra il grande pubblico. Ed è il motivo per cui, ancora oggi, tutta l’Umanità deve esserle profondamente grata.