Quando si parla di relazione, ciascuno di noi pensa a un rapporto stretto con amici, familiari o a un rapporto amoroso; tuttavia parlare di relazione con un cane risulta complicato e il concetto può trasformarsi in qualcosa di non ben definito.
Una frase spesso pronunciata dai proprietari dei cani è: “Ah! ma il mio è molto obbediente, se gli dico seduto lui si siede!”.
Questa esclamazione rappresenta, molto chiaramente, ciò che tendiamo a confondere con l’idea di relazione: un rapporto basato sul comando e su una risposta obbediente ad esso, ovvero un rapporto di subordinazione.
Questa tipologia di rapporto non può espletare al cento per cento il compito educativo e formativo, poiché il cane, in assenza dei comandi del proprietario, non potrà avere la minima idea di come affrontare determinate situazioni.
Il tipo di rapporto su cui puntare dovrebbe promuovere l’autonomia, la capacità di scelta e di discernimento, per ottenere questo dobbiamo far sì che il nostro cane esplori il mondo, si trovi davanti a problemi da risolvere e affronti situazioni che lo portino al di fuori della sua “zona di comfort”. È necessario però che il nostro compagno abbia sempre come riferimento i propri umani, questo perché i cani si trovano a vivere in un contesto prevalentemente antropizzato dove la vita, i rapporti e le regole sono, per lo più, collegate alla concezione umana.
Tuttavia, è importante in determinati contesti, lasciare il posto di guida al nostro cane: quando sono in un bosco con Sidra, amo che sia lei a mostrarmi la strada, ad indicarmi, a sentire e vedere cose che, con i sensi umani, non potrei avvertire. Questo perché, in un contesto non antropizzato, i veri esperti sono i nostri cani e lasciare che esprimano al massimo le proprie potenzialità permette loro di guadagnare parte di quella fiducia necessaria ad affrontare, poi, le vicissitudini del mondo umano.
Infine, è sbagliato pensare che esista uno standard caratteriale a cui ciascun cane debba aderire: come noi essi hanno “modus operandi” e attitudini peculiari. Permettere che il cane agisca secondo quelli che sono i suoi tratti caratteriali, è fondamentale per la promozione dell’autonomia.
Altrettanto fondamentali sono le regole: ciascuno di noi cresce, sviluppa un senso del giusto e dello sbagliato e impara a riconoscere i propri limiti proprio attraverso di esse.
È quindi necessario definire un insieme di regole da rispettare, riguardo alle quali serve dimostrarsi sempre costanti. La costanza è infatti il principale mezzo di accreditamento nei confronti del nostro cane.
Solo così avrà la certezza che noi saremo presenti e in grado, se sarà necessario, di fornirgli il giusto aiuto nel momento del bisogno, e potrà considerarci punti fermi nella sua crescita.
Vi saluto ancora una volta con una breve citazione, scritta da Irenäus Eibl-Eibesfeldt etologo e allievo di Konrad Lorenz:
“Il cane è l’unico mammifero in grado di vivere realmente con noi, e non semplicemente accanto a noi”.
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