Contro la crisi climatica e la perdita di biodiversità, Worldrise Onlus e zeroCO2 hanno completato la seconda fase di un innovativo piano per preservare l’ambiente ecologico costiero della Sardegna, attraverso il ripristino di 100 mq di prateria di Posidonia oceanica.
Le due realtà, unite dalla volontà comune di salvaguardare l’ambiente, grazie al supporto dei partner e al patrocinio del Comune di Golfo Aranci e della Regione Sardegna, hanno collaborato per fornire una soluzione concreta per il ripristino di praterie di Posidonia nel mare cristallino della Sardegna e il conseguente contrasto alla crisi climatica, mettendo a dimora 2500 piante di Posidonia con l’uso di materiali sostenibili e biodegradabili.
Le operazioni di reimpianto delle talee di Posidonia oceanica, recuperate da quelle espiantate dalle mareggiate, sono state condotte nel corso di una settimana da operatori scientifici subacquei, sotto la direzione del dott. Stefano Acunto dell’International School for Scientific Diving (I.S.S.D.), partner tecnico-scientifico del progetto.
La conferenza conclusiva a Golfo Aranci
La conferenza stampa conclusiva della seconda fase del progetto si è tenuta presso la sala consiliare del Comune di Golfo Aranci (SS).
Nel corso dell’evento è stato approfondito il valore del progetto insieme al Sindaco del Comune di Golfo Aranci, Mario Mulas, all’Assessore della Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio della Regione Sardegna, Giuseppe Fasolino, al Comandante dell’Ufficio Circondariale marittimo – Guardia Costiera – di Golfo Aranci, T.V (CP) Francesco D’Esposito, e ai partner che hanno reso possibile l’iniziativa.
Andrea Pesce, fondatore di zeroCO2 – startup italo-guatemalteca che sviluppa attività di riforestazione ad alto impatto sociale, – ha dichiarato durante la conferenza «Questa prima attività di rigenerazione marina nelle splendide acque della Sardegna è per noi motivo di grande orgoglio. Spesso quando pensiamo ai problemi ecologici legati al mare ci viene in mente l’inquinamento da plastiche e microplastiche. Purtroppo però l’impronta umana non si ferma qui, l’acidificazione delle acque, la scomparsa della biodiversità e l’innalzamento dei mari ne sono la prova. Oggi con il progetto Posidonia abbiamo voluto comunicare un messaggio che spero venga ascoltato dai giovani, aziende ed enti che vogliono mettersi in gioco e attivarsi per un futuro migliore».
Mariasole Bianco, esperta di conservazione marina e Presidente di Worldrise, ha continuato «è tempo di guardare oltre e agire non solo per lo sviluppo sostenibile ma per il ripristino degli ecosistemi. Con Il progetto Posidonia vogliamo dimostrare che è possibile, se agiamo insieme, creare valore sul territorio, sensibilizzare e fornire una risposta concreta alla crisi climatica e alla perdita di biodiversità».
Il piano di monitoraggio
Il progetto continuerà poi nei tre anni successivi con un attento piano di monitoraggio, rappresenta l’inizio di un’importante attività di rigenerazione del Mediterraneo per contrastare la scomparsa della Posidonia, tutelare la biodiversità e ripristinare il polmone blu del nostro mare.