La balena grigia (Eschrichtius robustus) Wally che da circa due settimane sta risalendo la costa occidentale italiana è stata scortata da una motovedetta della Capitaneria di porto di Sanremo nel suo viaggio verso la Francia.
Nel frattempo, grazie a misurazioni effettuate dal drone con la telemetria, i biologi marini dell’Istituto Tethys sono riusciti a stimarne l’età e, quindi, a formulare ipotesi scientifiche più attendibili sulla sua provenienza.
Abbiamo raccontato in un precedente articolo la suggestiva ipotesi che Wally, l’esemplare di balena grigia avvistato per la prima volta nel golfo di Napoli, avesse solo pochi mesi d’età e rappresentasse un ritorno della specie a riprodursi in Atlantico, dove è considerata estinta. Le balene grigie, infatti, oggi vivono solo nel Pacifico.
«La lunghezza di 7,70 m conferma che si tratta di un animale molto giovane» ha annunciato Sabina Airoldi di Tethys, in accordo anche con gli esperti d’oltreoceano, Robert Brownell, del NOAA, National Oceanic and Atmospheric Administration statunitense, e Jorge Urbàn Ramírez dell’Università Autonoma della Bassa California, Messico. Però si tratta di un giovane che ha già più di un anno, quindi nato nel gennaio del 2020 in Pacifico, da dove ha avuto il tempo di migrare fino in Mediterraneo attraverso le acque dell’Artico.
Video © E. Lodigiani/Tethys/Guardia Costiera
Dalle ricostruzioni, la balena Wally si trova nel Mediterraneo almeno da marzo, quando era stata avvistata prima al largo del Marocco e poi dell’Algeria. Poi è ricomparsa, alla metà di aprile, a Ponza, nel golfo di Napoli, nel Lazio alle foci del Tevere, in Toscana a Castiglione della Pescaia e Viareggio, per poi continuare il suo viaggio verso nord, fino a Sestri Levante e poi nel Ponente ligure.
«Pensiamo che si tratti di un individuo un po’ più piccolo della media, che forse ha mangiato poco durante la lunga rotta anomala dal Pacifico fino in Mediterraneo. In linea con questo, le immagini subacquee ottenute sempre ieri confermano che è estremamente magro – spiega Maddalena Jahoda, ricercatrice di Tethys – e questo desta molta preoccupazione per la sua sorte».
In due settimane la balena grigia ha percorso oltre 800 chilometri, da Ponza fino all’Imperiese: «Proprio in questa stagione ha urgente bisogno di fare provvista di cibo; la speranza è che riesca comunque ad alimentarsi anche nelle nostre acque che non conosce. È quindi indispensabile non causargli ulteriore stress» avverte ancora Sabina Airoldi.
Infografiche © G. Petroluongo/CERT
La Guardia Costiera ha monitorato gli spostamenti dell’animale scortandolo lungo tutto il tragitto in stretta collaborazione con un network di esperti di tutta Italia, proteggendola in caso di pericolo, per esempio il rischio di cattura accidentale in attrezzi da pesca.
Il cetaceo, infatti, si mantiene molto vicino alla costa, perché sta cercando di alimentarsi. Le balene grigie hanno infatti una particolarità: solitamente non filtrano il plancton dall’acqua, ma setacciano piccoli crostacei e altri animali dal fango, e lo fanno tipicamente vicino a riva, sui fondali bassi.
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