di Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti
Il rognone di mare è una spugna di mare è ricca di vitamina C: ne contiene più degli agrumi! Veniva usata nel passato, tra il Sedicesimo e il Diciassettesimo secolo, per combattere lo scorbuto, di cui erano affetti i marinai che rimanevano imbarcati sui velieri per mesi o anni, portandoli alla morte. L’insorgere di questa malattia era legato all’alimentazione povera di vitamine e troppo ricca di proteine. Infatti, non esistendo ancora i frigoriferi, uno dei prodotti che si conservava meglio per lunghi periodi a bordo delle navi era la carne secca. L’unico rimedio per guarire era assumere vitamina C (acido ascorbico), che potevano attingere direttamente dal mare raccogliendo la spugna Chondrosia reniformis di cui è ricchissima!
Descrizione
Chondrosia reniformis Nardo, 1847. Spugna massiva di forma lobata, priva di scheletro. Può raggiungere dimensioni molto estese, anche più di un metro quadrato, con uno spessore di 1-3 cm. Si possono osservare sulla superficie, liscia e lucida, osculi sparsi. La consistenza è rigida e tenace e la colorazione varia dal nero, beige scuro a macchia di leopardo nella parte esposta alla luce e bianca nella parte in ombra, mentre è completamente bianca in grotta. Non è raro vedere esemplari in fase di colatura (riproduzione asessuale). Ha la capacità di incorporare materiale che si deposita sulla sua superficie, riuscendo a selezionare il quarzo, trasformandolo allo stato ionico e restituendolo all’ambiente.
Habitat
Vive su substrati rocciosi e sabbiosi, sul coralligeno, in zone in ombra e in grotta, dalla superficie sino a 200 m di profondità.
Distribuzione
Presente in tutti i mari italiani.
L’Atlante e i suoi autori
Questa scheda è tratta dall’Atlante della flora e della fauna “Pinneggiando nei mari italiani”, frutto di anni di studio e della passione di Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti per il mondo marino e che ha come obiettivo di mettere in risalto la complessa biodiversità dei mari italiani e di farne conoscere le meraviglie. Il volume descrive oltre 650 specie, dalle alghe ai mammiferi, ed è preceduto da un’introduzione sui principali ambienti presenti lungo le coste italiane, dalla superficie alle maggiori profondità, in un’alternanza di aree sabbiose, ciottolose e rocciose, caratterizzate da habitat marini peculiari.
Marco Bertolino e Maria Paola Ferranti sono biologi marini dell’Università degli Studi di Genova, da anni impegnati nella ricerca.
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