Il cane di San Bernardo è, nell’immaginario collettivo, connesso a paesaggi di montagna. Infatti, la storia di questo gigante delle Alpi, appartenente ai molossoidi, è indissolubilmente legata a quella dell’ospizio situato sul Colle del San Bernardo, a quota 2469 metri tra Svizzera e Italia.
L’ospizio – fondato nel 1050 per volontà di San Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta, con lo scopo di dare cibo e alloggio ai viaggiatori che transitavano dall’insidioso valico sulle Alpi Pennine – avviò l’impiego di grandi cani da montagna a partire dalla fine del XVII secolo.
Erano destinati alla guardia e alla difesa contro i briganti, ma anche ad accompagnare i viandanti sui sentieri innevati e a recuperare coloro che si erano smarriti nella nebbia.
Si pensa che nel corso del tempo siano state almeno 2.000 le persone tratte in salvo dai cani dell’ospizio. La loro fama di cani salvatori si diffuse per tutta l’Europa grazie ai soldati di Napoleone che, transitati per il Colle nel 1800, raccontarono le gesta e le prodezze portate a termine da alcuni di questi giganti buoni nel tentativo, riuscito, di salvare molte vite umane.
Il capostipite Barry
Un cane, in particolare, passò alla leggenda tanto da essere considerato tra i più noti simboli della Svizzera, famoso alla stregua della cioccolata e del formaggio con i buchi. Il suo nome era “Barry”, pesava 40-45 kg e si dice che abbia salvato 40 vite umane. Era nato nel 1800, morì a Berna nel 1814 dopo dodici anni di onorato servizio sul Colle e oggi è esposto nel Museo di Storia Naturale della capitale elvetica. L’attuale razza del cane del San Bernardo è stata selezionata a partire da lui.
Il nome San Bernardo per questa razza canina venne utilizzato per la prima volta all’esposizione di Birmingham del 1862, per poi essere ufficialmente impiegato a partire dal 1880. Il Club Svizzero del San Bernardo fu fondato a Basilea il 15 marzo 1884 e tre anni dopo il San Bernardo fu riconosciuto ufficialmente come razza d’origine svizzera.
Cominciò quindi a diffondersi in tutto il mondo, apprezzato non solo come cane da salvataggio o da pastore. È, infatti, da molti considerato come il gigante buono dei cani, per via del carattere docile e paziente che lo rende adatto a lavorare con anziani, disabili e persone con problemi comportamentali.
Caratteristiche del San Bernardo
La sua imponente stazza ne fa il cane più grande in assoluto. Di aspetto maestoso e abbastanza asciutto, può superare, infatti, i 100 chilogrammi di peso e i 90 centimetri di altezza, il che non ne sfavorisce, però, i movimenti, né l’agilità. Per adattarsi meglio alle salite, la groppa è orizzontale, con arti lunghi e muscolosi.
La testa, caratterizzata da un muso relativamente corto e squadrato, è la più voluminosa tra tutte le razze canine. È il retaggio di una certa rincorsa al gigantismo che ha caratterizzato in passato la razza.
A partire dalla fine del XIX secolo, infatti, soprattutto oltre Manica, erano molto ricercati gli esemplari particolarmente massicci, al punto che nel 1923, per uniformarlo ai canoni estetici del tempo, il corpo imbalsamato di Barry fu modificato, ingrandendone la testa e allungandone le zampe di 10 centimetri.
Tra gli esemplari che hanno fatto registrare dimensioni record si ricordano un San Bernardo di nome Lord Bute, vissuto in Inghilterra alla fine del 1800 che avrebbe raggiunto i 109 centimetri al garrese e un peso di 112 chilogrammi!
Carattere e relazioni
Adatto per pet-therapy, salvataggio, compagnia e protezione civile, il San Bernardo è un cane molto legato al suo padrone e alle persone che gli sono vicine. Perfetto con i bambini, con i quali è solitamente molto socievole e ha un bellissimo rapporto.
Pur non essendo un cane aggressivo, si adatta alla guardia e al controllo grazie al suo carattere molto determinato. Le sue caratteristiche lo rendono, quindi, un cane molto versatile e adatto per diverse mansioni.
Nota a margine
Ricordiamo due San Bernardo famosi: il Beethoven del celebre omonimo film, e Nebbia, il buonissimo cane del nonno di Heidi.
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