Noi lo avevamo scritto già a maggio per quanto riguarda la Gran Bretagna. Oggi la richiesta di effettuare i test sulle emissioni delle auto non più in laboratorio (in condizioni “asettiche”), ma sulle strade reali arriva anche dall’Unione Europea.
Lo scandalo Ecogate Volkswagen ha, infatti, portato alla luce ciò che tutti noi automobilisti possiamo sperimentare ogni giorno alla guida delle nostre vetture: quanto è grande il divario tra i consumi (e quindi le emissioni allo scarico) dichiarato dalle Case automobilistiche e rilevato sui banchi prova, rispetto ai consumi reali che sperimentiamo ogni giorno.
Perché succede? Non occorre che ci sia necessariamente un “taroccamento” dell’elettronica, come nel caso dei motori VW negli Usa. Le condizioni di laboratorio sono, per così dire, ideali: aria condizionata spenta, accessori disattivati, “piede leggero” sull’acceleratore, pneumatici scorrevoli, aerodinamica ottimizzata, ecc., ecc. E, per i motori più potenti, regimi di rotazione minimi, ma sufficienti a ottenere le prestazioni richieste dai test di laboratorio.
Come saranno i nuovi test?
Non sarà facile stabilire modalità certe e uguali per tutti, perché appunto, per definizione, le condizioni di guida reali sono le più variabili. E per le case automobilistiche sarà difficilissimo riuscire a far rientrare nei limiti alcune delle loro motorizzazioni.
Se davvero cambieranno le regole e se saranno imposte con rigore, è forse questa la svolta epocale nella mobilità individuale che molti aspettavano. I costi per le aziende e per gli utenti saranno alti. Ma la direzione presa è inevitabile, si trattava solo di capire quando sarebbe stata imboccata. Ci sarà una forte spinta verso le motorizzazioni ibride, elettriche e a celle di combustibile (idrogeno). Il tutto con l’ingresso di marchi extrasettore che già lavorano sulle auto senza pilota (Da Apple a Google).
Ecovittoria?
È presto per festeggiare. Prepariamoci, piuttosto, a familiarizzare con nuove problematiche ecologiche: smaltimento delle batterie, aumentato fabbisogno di energia elettrica, scelte sulle centrali e sulle tipologie di combustibile da usare (fossile, nucleare?), crescente discronia tra Paesi avanzati e quelli in via di sviluppo, ecc.
Certo, la fonte inquinante verrà spostata dalle strade delle nostre città (e dai polmoni della maggior parte di noi) verso altre aree e verso altri polmoni… Alla geopolitica del petrolio si sostituirà la geopolitica dei metalli pregiati o rari. Ed è certo, non occorre essere un professore di fisica, che comunque l’energia per far muovere i milioni e milioni di auto nel mondo non si crea dal nulla. In nessun caso: diesel o idrogeno che sia…
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