La Foresta Umbra, il polmone verde del Parco Nazionale del Gargano, è stata teatro di un orribile scempio ai danni del suo patrimonio naturale. 400 querce, molte delle quali secolari, sono state abbattute in maniera illegale; con ogni probabilità, le essenze arboree abbattute erano destinate al mercato del legname. Il reato contro natura è stato scoperto grazie all’operazione compiuta dai Carabinieri forestali con l’intervento dello “Squadrone Eliportato Cacciatori Sardegna”, il reparto militare specializzato nel controllo di zone impervie.
Colti in flagrante
I Carabinieri hanno tratto in arresto tre uomini colti in flagranza di reato dai militari mentre stavano caricando su alcuni carrelli i tronchi delle querce precedentemente abbattute. Secondo i Carabinieri gli arrestati avevano aperto una pista forestale lunga circa 10mila metri e con una lunghezza media di 2,5 metri dai quali avrebbero ricavato 2.800 quintali di legna pregiata.
Per tutti ora si configurano i reati di ricettazione, furto aggravato, danneggiamento aggravato e distruzione di bellezze naturali.
WWF: «Punire i colpevoli»
Il fatto accaduto all’interno dell’area del Parco Nazionale del Gargano riapre il dibattito sul controllo delle aree protette. «Chiediamo che venga nominato al più presto il Presidente del Parco, c’è bisogno di una persona autorevole e di una presenza costante nelle aree di pregio per fermare i criminali di natura prima che si configurino danni ambientali di questa portata – ha spiegato Nicolò Carnimeo, Delegato WWF Puglia, che ha rimarcato come l’associazione ambientalista intenda costituirsi parte civile nel processo –. Quello accaduto nella Foresta Umbra è un gravissimo danno ecologico al patrimonio boschivo e al paesaggio di questa area protetta».