Un maschio di tursiope (Tursiops truncatus) è stato macellato sulla spiaggia dopo essere stato arpionato con fucile subacqueo ad aria compressa. È accaduto sulla spiaggia di Cann’e sisa, in provincia di Cagliari, il 16 aprile, dove il cetaceo di 3 metri era andato a spiaggiarsi dopo esser stato ferito a morte da un colpo di arpione. A seguito della segnalazione di un abitante di Torre delle Stelle, sul posto si sono recati la Capitaneria di Porto di Villasimius, in forza di una convenzione con l’ Area Marina Protetta Capo Carbonara, il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale per compiere gli accertamenti del caso.
I resti avrebbero dovuto essere smaltiti il giorno seguente al fine di poter espletare tutte le pratiche, ma al loro arrivo sul posto gli operatori dell’area protetta si sono trovati davanti agli occhi una scena agghiacciante: durante la notte la carcassa del tursiope era stata fatta a pezzi – probabilmente con una motosega – e sulla spiaggia non ne rimaneva che la testa.
Il taglio, effettuato da mano esperta e con precisione, lascia intendere che gli autori del gesto abbiano agito con l’intento di consumarne poi la carne.
“I responsabili, qualora individuati, saranno differiti all’autorità giudiziaria competente – ha spiegato Fabrizio Atzori, direttore dell’AMP Capo Carbonara –. È prevista una denuncia penale in quanto si tratta di una specie di interesse conservazionistico. Ci siamo trovati di fronte ad un atto volontario dell’uomo, nuovamente colpevole”.
Il WWF ha inviato alla procura di Cagliari un esposto contro ignoti per individuare i responsabili dell’uccisione del delfino che, come tutti i cetacei del Mediterraneo, gode della protezione di importanti Trattati internazionali. Ricorda, inoltre, che è vietato anche consumarne la carne, come prescritto dalla Legge in materia di pesca che sancisce il divieto di “detenere, sbarcare trasportare e commercializzare le specie di cui sia vietata la cattura”, con pene che implicano anche l’arresto fino a due anni.
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