Il Capriolo (Capreolus capreolus) è il cervide più diffuso nell’area regionale veneta. Ha taglia relativamente piccola con un peso che supera solo raramente i 30-40 kg. Tale fattore, assieme al fatto di possedere palchi di modeste dimensioni, gli permette di frequentare ambienti aperti o moderatamente arbustati dove riesce a nascondersi per fuggire alla vista dei predatori. Si insedia però anche all’interno delle aree forestali dominate sia da conifere che da latifoglie.
Singolare è la progressiva espansione nell’area orientale della provincia di Venezia denotata da ampie distese agrarie, zone umide salmastre e da pinete costiere; d’altra parte negli ultimi anni il Capriolo ha cominciato ad adattarsi agli ambienti caratterizzati da agricoltura intensiva inframezzata a piccoli nuclei isolati di aree boscate; anzi, proprio il mosaico su piccola scala di pascoli, bosco e coltivi rappresenta la situazione ottimale per la specie.
In questo territorio il Capriolo sembra essere giunto due decine di anni fa grazie a una favorevole fase di espansione che lo ha visto progressivamente occupare le zone costiere del Friuli-Venezia Giulia per poi portarsi verso occidente. Tale spostamento è stato favorito anche dal fatto che il Capriolo è un buon nuotatore e attraversa facilmente i corsi d’acqua.
I fiumi hanno certamente un ruolo importante nel tentativo di espansione e colonizzazione della pianura lungo i corridoi biologici costituiti dalle fasce fluviali del Tagliamento ma anche di Adige, Brenta, Piave e Livenza che con le loro rive boscate costituite da specie igrofile favoriscono il suo ricovero nelle ore diurne.
Lo Scoiattolo comune (Sciurus vulgaris) ha una distribuzione continua in tutta la fascia alpina e prealpina del Veneto. In collina e pianura la sua presenza è un fenomeno recente che risale all’ultimo ventennio (la prima segnalazione della comparsa dello Scoiattolo nella Pianura Veneta risale al 1998). Infatti, risultava assente da tutta la pianura veneta e da parte delle formazioni collinari. Il fenomeno di espansione è stato ben documentato nel settore nord-orientale della pianura veneta con una direttrice nord-est sud-ovest che ha velocemente interessato tutto il litorale da Bibione fino a Cavallino e parte della pianura trevigiana.
È una specie tipicamente forestale che in Veneto frequenta soprattutto boschi di conifere e boschi misti. In pianura trova il suo optimum nelle pinete litoranee. In aree urbane e periurbane, ambienti di recentissima colonizzazione, privilegia i parchi pubblici e i giardini di ville storiche dotati di alberi monumentali, ma si rinviene anche nei filari lungo strade, in piccoli giardini privati, in boschetti arginali e in agro-ecosistemi ricchi di alberature.
L’espansione, che non trova riscontri storici in riferimento alla Pianura Veneta, è un fenomeno che non si è esaurito ma è tuttora in corso, interessando d’altronde gli ambienti adatti planiziali in Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna.
La specie è protetta dalla Legge 137/92 e gode di un buono status nella nostra regione. Il problema di maggior preoccupazione riguarda l’interazione con lo Scoiattolo grigio americano (Sciurus carolinensis) che nell’ultimo decennio è apparso in alcune stazioni del Veneto, disegnando una linea di confine tra le due specie molto sottile e potenzialmente pericolosa.
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