Scusate se insisto, ma qui ci stanno sfilando la Natura italiana da sotto il naso nel silenzio e nell’indifferenza generale!
Italia = 0,51% / Spagna = 5,37%
Sono queste le quote di risorse dei rispettivi Recovery Plan Nazionali (in Italia chiamato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza-PNRR) destinate alla biodiversità.
Il nostro Bel Paese e il Paese iberico sono le nazioni europee con maggiore biodiversità e in termini di ricchezza risultano abbastanza vicine tra loro, pertanto il paragone non è casuale.
Eppure, in proporzione la Spagna investe una percentuale del proprio Recovery Found oltre 10 volte superiore a quella italiana e ben mirata, con una serie di azioni fortemente strategiche.
Vediamo le differenze
L’Italia, su 231 miliardi di euro complessivi del PNRR investe in Natura 1,19 miliardi così suddivisi:
- digitalizzazione e altre azioni sui Parchi (100 milioni)
- rinaturalizzazione del fiume Po (360 milioni)
- interventi sui sistemi marini e costieri (400 milioni)
- tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano (330 milioni).
La Spagna, su 69 miliardi di euro complessivi (circa il 70% meno di noi), investe in Natura 3,733 miliardi così suddivisi:
- opere di conservazione e restauro di ecosistemi e biodiversità (1,642 miliardi)
- interventi per la tutela delle coste e delle risorse idriche (2,091 miliardi).
La Spagna è un Paese ricco di biodiversità, ma forse l’Italia lo è di meno? Merita, la ricchissima e purtroppo sofferente Natura italiana, una tale sottovalutazione? Assolutamente no!
In questi giorni, la più attiva fra le associazioni ambientaliste italiane a difendere la biodiversità, la LIPU, ha trasmesso alla Commissione europea una dettagliata nota (scaricabile qui) che evidenzia le gravi dimenticanze italiane del Recovery Plan (niente Natura 2000, niente estensione di aree protette, niente agroecologia, niente per il ripristino di specie e habitat…), unitamente alla richiesta che il Recovery Plan non si trasformi, da grande occasione di rinnovamento verde, nell’ennesima occasione persa, un mero ammodernamento tecnologico e un nuovo assalto al territorio. Con l’aggiunta della beffa: tutto ciò sarebbe fatto in nome dell’ecologia!
Questo rischio esiste, è alto, concreto. Bisogna fare tutto il possibile per evitarlo e tutti gli italiani che hanno a cuore la Natura dovrebbero attivarsi.
Come? Sottoscrivendo l’appello della LIPU, facendolo conoscere a parenti e amici e scrivendo, tempestando di telefonate e mail le sedi dei partiti, dei parlamentari locali, del Ministero e della presidenza del Consiglio.
E, volendo, scrivendo pure al Presidente della Repubblica.
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