In questi ultimi anni, durante i quali la crisi ha messo in ginocchio imprese e famiglie, molti hanno creduto che dalle ceneri di un sistema economico e finanziario iniquo, spesso corrotto, fondato sullo sfruttamento e sulla sottrazione al prossimo, potesse risorgere una società più sostenibile sotto ogni profilo, non ultimo quello ambientale.
La ricerca di un “altro modo”, che rifiuta la logica della crescita a ogni costo e la fede cieca nel Pil, ha ricevuto molti stimoli e ad un certo punto è parso davvero che la gente fosse meno interessata a comprare merce inutile e più desiderosa di altro: un ambiente pulito, tempo libero, qualità della vita.
Forse in altre parti del mondo la ricerca di un’alternativa concreta, gentile e umana sta proseguendo, in Italia, invece, si è interrotta. Chi ci governa usa espressioni del tipo “noi stiamo rimettendo il paese a correre come deve correre” senza rendersi neppure conto di quanto è vecchio questo modo di pensare e di quanta strada si cancella in un battito di arroganza.
Consumate gente, consumate. Questo è il messaggio. Come da decenni a questa parte.
Nel Documento di Economia e Finanza, quello che gli addetti ai lavori chiamano DEF e che in sostanza è il pilastro dell’azione statale, si legge: “La forte discontinuità di politica economica imposta dal Governo è tesa a imprimere una decisa accelerazione a investimenti e consumi”.
Tanto virilismo verbale per annunciare una probabile e asfittica crescita dello 0.7%. Se poi si va a leggere nel dettaglio, si scopre anche che 0,6 punti di crescita su 0,7 dipenderanno da variabili esterne, che nulla hanno a che fare con le azioni dell’esecutivo. Uno dei punti su cui si basa il Documento per formulare tali previsioni è il prezzo del petrolio a 56,7 dollari. Peccato che negli ultimi tre mesi il prezzo del petrolio Brent è salito già ben oltre i livelli stimati dal Governo italiano; inoltre gli esperti internazionali prevedono che nel 2016 e 2017 il prezzo salirà ulteriormente, fino a superare i 78 dollari, in risposta alla crescente domanda dei consumatori che sono tornati ad acquistare combustibile in modo massiccio proprio perché meno caro.
Insomma, tutto ruota attorno a un paradigma che è già affondato più volte, ma riemerge sempre e si perpetua somministrando le medesime ricette: quelle che hanno generato la crisi, che sono state proposte per uscire dalla instabilità, che vengono vendute per stimolare la crescita, che ci faranno ripiombare presto o tardi in una nuova recessione.
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