Le valli del Natisone, animate da un territorio montano dove piccoli borghi si alternano a vasti boschi, furono teatro di aspre battaglie durante la Prima Guerra Mondiale.
Il Museo all’aperto del Kolovrat, “la terza linea di difesa italiana”, sull’omonimo altopiano al confine tra Italia e Slovenia, oggi offre la possibilità di rileggere gli eventi di cent’anni fa. I rilievi montuosi si donano come taciti testimoni di un’immane tragedia, ma al tempo stesso regalano un ambiente naturale di sicuro interesse e diventano l’occasione per conoscere vicende meno note.
Sul monte Krasij, a nord di Caporetto, si trovava anche il battaglione degli alpini del sottotenente Carlo Emilio Gadda, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Il Giornale di guerra e di prigionia, tratto dai suoi taccuini scritti tra il 24 agosto 1915 e il 31 dicembre 1919, è una testimonianza diretta e straordinaria di quel periodo: nell’ottobre del 1917 Gadda si trovava infatti in prima linea a Caporetto e venne fatto prigioniero dagli austriaci sulle rive dell’Isonzo.
Il «Diario», rimasto a lungo nascosto e pubblicato solo molti anni dopo la morte dell’autore, rende conto di quelle drammatiche giornate e dell’inizio della prigionia, nonché dello stato di profonda prostrazione psichica e spirituale in cui cadde il sottotenente Gadda dopo la disfatta di Caporetto.
Dall’altra parte della barricata si distinse un giovane tenente tedesco del Regio esercito: Erwin Rommel. Proprio lo stesso Rommel che sarebbe diventato famoso in seguito come “la volpe del deserto”, guidando con il grado di Feldmaresciallo l’Afrikakorps nella Seconda guerra mondiale.
La sua abilità militare si rivelò già in quei giorni. Con il suo gruppo di soldati del Württenberg , Rommel avanzò sul Kolovrat e conquistò il monte Matajur, la cima più alta delle Valli del Natisone. In meno di due giorni contribuì alla disfatta italiana.
Per scoprire un nuovo itinerario sui sentieri storici della Prima guerra mondiale e fra le bellezze naturali slovene, vi diamo appuntamento alla prossima puntata.
Puntata precedente: L’itinerario storico di Caporetto
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