È partita il 12 aprile la spedizione italiana K2014 – guidata da Alberto Peruffo del CAI di Montecchio Maggiore (VI) – nell’area del colle Zemu del Kanchenzonga, una delle zone più misteriose e meno esplorate dell’intera catena himalayana. Il progetto – patrocinato dalla Fondazione Sella, Mountain Wilderness e dalla Presidenza Nazionale del CAI – ha obiettivi ambiziosi, sia di interesse geografico, sia culturale. I componenti della spedizione, infatti, raccoglieranno una ricca documentazione video-fotografica che aiuterà a svelare i segreti di questa porzione di Himalaya ancora poco conosciuta.
Si tratta della prima spedizione in epoca moderna ad aver ottenuto il permesso di operare nella zona Sud del Kanchenzonga. Situato sul confine fra il Nepal e lo stato indiano del Sikkim, il Kanchenzonga – che con i suoi 8586 metri è il terzo rilievo più alto del mondo – ha affascinato gli alpinisti fin dalla fine dell’Ottocento. I tentativi di salirlo sono stati numerosi e in particolare vale la pena di ricordare quello di D.W.Freshfield nel 1899. Insieme all’alpinista inglese, c’era anche il fotografo italiano Vittorio Sella, il quale scattò alcune memorabili foto lungo il Round Kangchenjunga, ovvero il periplo dell’intero massiccio. I due esploratori non riuscirono a chiudere l’intero anello e dovettero fermarsi al Goecha-La, il valico che precede l’insidioso ghiacciaio Tonghsiong.
Uno degli obiettivi della spedizione K2014 è proprio lo studio del tratto che collega il passo Goecha al ghiacciaio Zemu, ovvero il tassello mancante del glorioso periplo del Kangchenjunga. Infine, Alberto Peruffo guiderà la spedizione alla conquista dello Zemu Peak (7780m), l’unica vetta del massiccio ancora mai scalata.
di Alessio Tacca
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