“Nel 2050 saranno necessarie le risorse di tre pianeti per soddisfare le richieste del nostro attuale stile di vita e questo deriva da alcuni clamorosi paradossi: ogni anno nel mondo 36 milioni di persone muoiono per carenza di cibo e altri 30 per eccesso di cibo o per l’assunzione di cibo insalubre; oggi un terzo dei raccolti è impiegato per produrre mangimi e biocarburanti: stiamo alimentando le nostre automobili invece che le persone!”. Sono parole di Camillo Ricordi, membro dell’Advisory Board del BCFN, pronunciate a Miami in occasione di America and the Old World: food, health and culture, l’evento di presentazione ufficiale di Expo Milano 2015 negli Stati Uniti.
Sempre in questi giorni è stato pubblicato “Patterns of global biomass trade – Implications for food sovereignty and socio-environmental conflicts”. Il Rapporto curato da Environmental Justice Organisations,
Liabilities and Trade (EJOLT) parte da tre casi di studio per illustrare un’analisi più ampia dei modelli globali delle biomasse: l’olio di palma in Indonesia, la soia in Paraguay e il landgrabbing in Etiopia. Ad accomunare le tre storie sono le grandi pressioni sulle popolazioni locali e le violente trasformazioni ambientali.
Il caso più conosciuto riguarda l’industria dell’olio di palma, che provoca una grave perdita di foreste tropicali; la sua espansione, nonostante le denunce delle comunità locali e delle associazioni ambientaliste, sembra inarrestabile. Tutti noi consumiamo olio di palma quotidianamente, spesso senza saperlo. Difatti, oltre a essere usato come biocarburante, è contenuto in moltissimi prodotti di uso comune, dai dolci industriali ai prodotti di bellezza e ai detergenti. Aziende come Unilever, Nestlè, Procter & Gamble e altri grandi marchi dell’alimentazione e della cosmetica ne fanno largo uso. Unilever e Nestlè saranno partner di Expo Milano 2015.
Ora, va bene che l’Esposizione Universale sarà anche un’occasione per riflettere sulle contraddizioni del nostro mondo, ma in questo caso l’incoerenza sfiora il grottesco. Expo Milano 2015 viene presentato al mondo con l’ideologia passepartout dei temi nobili (lotta agli sprechi, sovranità alimentare, riduzione della forbice nord-sud, ecc.) ma non disdegna di prendere i soldi dalle stesse multinazionali che hanno una storia costellata di azioni condannabili proprio in questi ambiti.
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