Secondo le ultime stime, l’Italia consuma il 30% delle risorse rinnovabili di acqua disponibili nel nostro Paese. Un dato, questo, ben superiore alla soglia del 20% indicata dai Paesi europei e che è valso il monito all’Italia da parte dell’Ocse, in quanto paese soggetto a stress idrico medio-alto.
Dove finisce l’acqua
L’italia, con i suoi 52 miliardi di metri cubi consumati, si classifica come terzo importatore netto di acqua virtuale – e cioè, non quella che si utilizza o si beve, ma quella che viene consumata per produrre alimenti, beni, servizi… – al mondo dopo Giappone e Messico. Anche l’impronta idrica è estremamente elevata: si tratta di 1.836 metri cubi pro capite annui, valore ben più alto della media mondiale (che è di 1.385 metri cubi) e che, nella classifica globale, colloca il nostro Paese alle spalle solo di Stati Uniti, Canada e Australia.
Ma dove finisce tutta questa acqua? Secondo il rapporto del WWF l’agricoltura è il settore economico più assetato d’Italia: l’85% dell’acqua è utilizzata proprio da questo comparto e comprende anche l’uso per la produzione di colture destinate all’alimentazione umana e al mangime per il bestiame (75%), per pascolo e allevamento (10%). Il restante 15% del consumo è suddiviso tra produzione industriale (8%) e uso domestico (7%).
Questi numeri, sommati, formano un consumo pro capite di 3.353 litri.
Il consumo di cibo, che include sia prodotti agricoli, sia di origine animale, contribuisce all’89% dell’impronta idrica totale giornaliera degli italiani.
I ghiacciai soffrono
Il report sottolinea come la già drammatica situazione sia ancor più aggravata dai cambiamenti climatici e dalle precipitazioni piovose, sempre più scarse.
A soffrire di più sono i ghiacciai: oggi la loro estensione copre una superficie di 368 chilometri quadrati. Rispetto alle rilevazioni condotte nel periodo 1959-1962, la superficie si è ridotta del 30%, vale a dire di 159 chilometri quadrati.
Secondo i dati ISTAT il prelievo dell’acqua potabile è in aumento (+6,6% rispetto al 2003) e ammonta a 9,5 miliardi di metri cubi, con un consumo medio pro capite di 228 litri.
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