Squali come sentinelle dei mari, impiegati dai ricercatori per comprendere lo stato di salute del Mediterraneo e per mettere al sicuro le specie marine dalle catture accidentali.
È entrato nel vivo il progetto Safesharks del WWF, condotto insieme alla stazione sperimentale per lo studio delle risorse del mare COISPA e al patronato INCA.
Il programma, inoltre, prevede la collaborazione della comunità di pescatori di Monopoli, la più importante dell’Adriatico per quanto riguarda la pesca del pesce spada.
Sentinelle munite di tag satellitari
I primi 4 squali sentinella sono individui della specie Verdesca (Prionace glauca); gli animali stanno nuotando nelle acque del basso Adriatico raccontando in diretta dettagli sul loro comportamento, come la durata delle immersioni e gli spostamenti, grazie a speciali tag satellitari precedentemente applicati dai ricercatori sugli animali.
I quattro pesci muniti del dispositivo satellitare, tutti di un metro e mezzo circa di dimensione, sono stati i primi a essere marcati nelle acque a nord del Gargano durante le normali battute di pesca.
Dai primi dati sembra che gli animali si stiano spostando verso sud, ma in autunno si avranno maggiori dettagli che verranno analizzati in maniera più approfondita.
«Si tratta del primo esperimento di marcatura con tecnologia pop-up realizzato in quest’area del Mediterraneo per valutare gli effetti della cattura accidentale delle verdesche» spiga il WWF.
I tag utilizzati nel progetto sono marche elettroniche, capaci di raccogliere dati su temperatura, profondità, attività di nuoto e posizione e, al termine di un periodo prestabilito, si staccano dall’animale e trasmettono i dati immagazzinati via satellite.
Una delle specie più colpite dalle catture accidentali
La marcatura di verdesche catturate accidentalmente durante la pesca del pesce spada darà informazioni importantissime per capire il tasso di sopravvivenza una volte rilasciate e, soprattutto, sul comportamento di questa specie.
Prionace glauca è, infatti, una delle specie di squalo maggiormente colpita dal fenomeno delle catture accidentali. «L’obiettivo del progetto Safesharks è proprio quello di valutare le probabilità di sopravvivenza degli squali che vengono catturati e realizzare con i pescatori le linee guida per una manipolazione e tecniche di rilascio ottimali» conclude l’associazione.
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