Una nuova risoluzione adottata dal Parlamento Europeo in materia di benessere animale impone la più ferma applicazione della legge 2005 EU per la protezione degli animali trasportati, attualmente tenuta in poca considerazione in molti Stati dell’Unione.
Il pronunciamento del Parlamento Europeo per fermare il trasporto di animali vivi verso quei Paesi che non sono in grado di garantire sufficienti standard di tutele ha ottenuto il plauso delle associazioni animaliste, che si battono affinché i “viaggi della morte” verso Paesi terzi vengano maggiormente regolamentati. «Plaudiamo al voto del Parlamento Europeo di oggi su un tema che ci sta molto a cuore e a cui abbiamo lavorato per anni – spiega Annamaria Pisapia, direttrice di CIWF Italia Onlus –. Se già il trasporto a lunga distanza di animali vivi all’interno dei confini europei è crudele, e perciò da vietare, il trasporto di animali oltre i confini dell’Unione Europea apre le porte alle più atroci brutalità e deve essere proibito con urgenza».
Tre milioni ogni anno
Secondo i dati di CIWF, ogni anno sarebbero 3 milioni gli animali che dall’Europa vengono trasportati su strada e via mare diretti verso Paesi terzi. Tra le nazioni col più alto giro d’affari ci sono:
- Francia (che esporta 74.254 capi di bestiame);
- Germania (40.166);
- Olanda (9.102);
- Polonia (7.015);
- Repubblica Ceca (6.032).
In Italia, invece, i numeri sono maggiormente contenuti: sarebbero, infatti, circa un migliaio i capi di bestiame esportati.
Molti muoiono durante il viaggio
Sono i Paesi del Golfo e del Medio Oriente la meta verso la quale viaggiano gli animali esportati. Molti degli animali, tuttavia, non arriveranno mai alla meta: i viaggi sono lunghi ed estenuanti e gli animali li affrontano in condizioni atmosferiche estreme, privi di acqua e di cibo a sufficienza e senza alcun tipo di cura.
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