La battaglia contro il surriscaldamento del Pianeta si combatte con la consapevolezza, lo scambio di buone pratiche, ma anche e soprattutto con i soldi.
Da più parti si chiede a gran voce di aumentare i flussi finanziari indirizzati verso azioni di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici. Intanto, il dossier “Stop sussidi alle fonti fossili” presentato in occasione della Cop22 di Marrakech da Legambiente denuncia che – secondo dati del Fondo monetario internazionale – nel 2015 per sostenere la ricerca, l’estrazione e il consumo di petrolio, carbone e gas sono stati concessi 5300 miliardi di dollari, circa il 6,5% di tutto il PIL mondiale più della spesa sanitaria di tutti i governi del mondo, facendo registrare un incremento del 10,4% rispetto al 2013. Crescita che in Europa è stata superiore alla media globale.
Eppure, eliminare questi sussidi – sostiene l’associazione ambientalista – consentirebbe di ridurre le emissioni di anidride carbonica di 750 milioni di tonnellate (5,8% delle emissioni globali al 2020), contribuendo al raggiungimento della metà dell’obiettivo dell’Accordo di Parigi sul clima, ovvero il contenimento del riscaldamento globale entro i 2 gradi dai livelli preindustriali.
In Italia la situazione è poco edificante: secondo l’ultimo rapporto della ong InfluenceMap, tra quelli del G7 il nostro è quello con i maggiori sussidi alle fonti fossili in rapporto al PIL: lo 0,63%, a fronte di una media europea dello 0,17% e molto oltre lo 0,20% degli Stati Uniti e lo 0,23% della Germania.
Mentre il giornalista ambientalista inglese George Monbiot ha ricordato che «il governo britannico si è perfino imposto l’obbligo, in base alla legge sulle infrastrutture del 2015, di “sfruttare al massimo il petrolio e il gas del Regno Unito”. L’estrazione dei combustibili fossili e il loro uso è un fatto concreto, che prosegue a ritmo serrato. Mentre l’Accordo di Parigi è pieno di fatti molto meno concreti, di promesse che possono non essere mantenute o fatte slittare. Finché i governi non si impegneranno a lasciare i combustibili fossili dove sono, continueranno a vanificare l’accordo che hanno appena stretto».
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