Nome
Svasso piccolo (Podiceps nigricollis)
Descrizione
Svasso di piccole dimensioni. In abito nuziale è inconfondibile, con dorso, collo, petto e capo neri con due ciuffi auricolari gialli. In abito invernale tende ad assomigliare al Tuffetto, ma presenta le parti superiori nerastre. Gola e zona auricolare sono bianche fino a parte della nuca. Il becco è sempre nero e con la punta rivolta all’insù e gli occhi sono sempre rossi. Si ciba soprattutto di pesci.
Fenologia
In Italia lo Svasso piccolo è nidificante irregolare, migratore e svernante regolare.
Habitat
La specie nidifica in corpi idrici eutrofici, sia dolci sia salati, anche di dimensioni molto ridotte (2-3 ha). Durante il periodo migratorio e di svernamento lo Svasso piccolo frequenta acque marine, aree costiere, aree portuali, lagune e stagni salmastri e gli specchi d’acqua più interni come i grandi laghi e i bacini artificiali.
Distribuzione
La specie presenta una distribuzione europea concentrata alle medie e basse latitudini, con popolazioni svernanti lungo le coste atlantiche europee, nelle aree del Mediterraneo e del Mar Nero e a sud fino all’Africa settentrionale. In Italia la popolazione nidificante è molto esigua e stimabile in meno di 10 coppie. La nidificazione avviene in modo regolare presso alcune cave localizzate a sud di Ravenna, mentre è irregolare presso alcune zone umide della Pianura Padana e in due siti posti rispettivamente a sud di Livorno e presso Manfredonia. La consistenza della popolazione svernante, cresciuta costantemente nel corso degli anni ‘90 del secolo scorso, è invece ben più consistente e conta circa 16.000 individui distribuiti in meno di un centinaio di siti. Tra questi, le lagune salmastre e le acque marine costiere riparate del Nord Adriatico e i laghi interni d’acqua dolce di dimensioni medio-grandi arrivano ad ospitare oltre il 90% del contingente censito a metà gennaio.
Stato di conservazione
Attualmente classificata con stato di conservazione favorevole a livello continentale. Lo Svasso piccolo è stato sottoposto negli ultimi anni a diversi fattori di disturbo come la presenza di reti da pesca nelle aree di alimentazione e le uccisioni illegali, oltre alle problematiche dovute alla contaminazione da metalli pesanti.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
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