Dopo le crudeltà e i maltrattamenti documentati negli allevamenti intensivi di mezza Europa, grazie a vere e proprie inchieste filmate realizzate da varie associazioni per la protezione degli animali, sotto i riflettori sono finiti anche i macelli. Non mancano infatti gli episodi di maltrattamento gratuito documentati in tutta Europa e che, anche in Italia, hanno portato al sequestro e alla chiusura di diversi stabilimenti per la violazione delle normative nazionali e comunitarie. Per questo motivo da più parti sono state avanzate richieste per obbligare i macelli a dotarsi di apparecchiature di video sorveglianza, che registrino tutte le operazioni che portano gli animali a trasformarsi in pezzi di carne destinati al consumo. Molte persone non si immaginano, oppure non vogliono farlo, quali siano le operazioni che precedono l’arrivo del vassoietto con la bistecca sui banchi del supermercato e quali traumi queste possano comportare per gli animali.
Cosa accade nei macelli
Nei macelli gli animali arrivano in camion, dopo lunghi viaggi che possono anche durare giorni, durante i quali gli animali subiscono una serie di condizioni stressanti dovute al movimento su strada, alle condizioni climatiche, al sovraffollamento e, spesso, alla mancanza di acqua. Una volta arrivati a destino bovini, ovini e suini vengono fatti scendere dagli automezzi e avviati verso i recinti che li porteranno verso il luogo dove prima saranno storditi e poi abbattuti, mediante sollevamento e taglio delle carotidi. Ma può succedere che qualcuno di questi animali, per i disagi subiti durante le operazioni di trasporto, e in alcuni casi già alla partenza, non sia più in grado di camminare autonomamente. In questi casi la legge prevede che lo stordimento e la macellazione avvengano sul posto, per non causare inutili sofferenze, ma spesso non tutte le operazioni seguono gli obblighi di legge. In un noto procedimento penale recentemente istruito dal PM Antonio Cassiani della Procura della Repubblica di Brescia, furono disposte indagini su un grande macello della provincia, dove fu documentato che le vacche a terra venivano movimentate usando catene e muletti. Gli animali venivano legati per le zampe e poi portati con i carrelli sollevatori alla linea di macellazione, con sofferenze immaginabili. A queste pratiche, inaccettabili, possono poi seguire stordimenti mal fatti, percosse o altre violenze se gli animali non sono collaborativi nell’andare verso il loro patibolo. Episodi che aumentano di numero quando il mercato ha dei picchi di consumo, come avviene per esempio durante le feste per determinate carni, come quelle di agnello. Un moderno macello è una catena di montaggio che non deve conoscere tempi morti e, di conseguenza, le linee sono in costante movimento dovendo produrre secondo la capacità prevista, proprio come se si avesse a che fare con oggetti inanimati come le automobili. A questo bisogna poi aggiungere l’inevitabile desensibilizzazione degli addetti che, dopo i primi mesi di un lavoro in cui sono costantemente sottoposti a versi strazianti, sangue e varia sofferenza, devono riuscire a percepirlo come una routine produttiva e non come un luogo di sofferenza, per mantenere il proprio equilibrio. Proprio dall’autodifesa, escludendo patologie psichiche di altra natura che possano portare a esercitare comportamenti sadici, deriva la percezione che sia più importante rispettare i ritmi produttivi che non evitare sofferenze agli animali.
I perché del sì
Per combattere questo stato di cose, che aggrava le sofferenze inevitabili che la macellazione comporta agli animali, in alcun Stati si è deciso di installare le telecamere nei macelli, anche a seguito delle molte pressioni ricevute dalle associazioni protezionistiche ma anche dalla stessa opinione pubblica. Mentre la Francia non ha ancora ultimato l’iter avviato per renderle obbligatorie, l’Inghilterra, che sta rivedendo la sua legislazione in vista della Brexit, ha previsto nella nuova normativa l’immediato obbligo di installare apparecchiature di video sorveglianza nei macelli, tenendo a disposizione i filmati degli organi di vigilanza.
«Il governo condivide l’alta considerazione dei cittadini per il benessere degli animali – ha scritto il ministro dell’Animal Health and Welfare, Lord Gardiner – e siamo orgogliosi di avere alcuni dei più alti standard del mondo. Oggi accogliamo con favore la nuova legge che richiede le telecamere obbligatorie in tutti i macelli inglesi».
Un segno di civiltà sancito da un comunicato che si può leggere sul sito del Governo.
Le attenzioni avute da Francia e Inghilterra sull’argomento hanno portato molte associazioni italiane a richiedere analoghi provvedimenti anche in Italia, sino ad ora non accolti favorevolmente nascondendosi dietro la necessità di proteggere la privacy dei lavoratori. Questa scusante però non potrà essere utilizzata ancora a lungo considerando che la stessa Comunità Europea sta ponendo molta attenzione a questo argomento e che la tutela dei lavoratori non può diventare un paravento, dietro il quale nascondere ogni sorta di maltrattamenti e abusi. Comportamenti che dovrebbero già essere evitati e sanzionati dagli stessi veterinari che vigilano sulla conduzione delle operazioni di macellazione. In Italia però decine di inchieste hanno dimostrato quanto questi fenomeni siano diffusi e quanto carenti siano i controlli in materia che, per diversi fattori, non riescono o peggio non vogliono stroncare i maltrattamenti. Ora è compito della politica migliorare la normativa, sulla spinta di tante pressioni, non ultime quelle dei comuni cittadini che pur mangiando carne non sopportano che gli animali da macello possano essere seviziati impunemente.
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