Sull’isola di Ischia sono circa 600 le abitazioni abusive, sulle quali pende un ordine definitivo di abbattimento.
Non solo: nella piccola isola delle Flegree sono state complessivamente 27mila le pratiche di condono avanzate dal 1985 ad oggi, in occasione delle tre leggi nazionali sulle sanatorie edilizie.
Sono questi i dati che emergono dal report di Legambiente a due settimane dal sisma di magnitudo 4 della scala Mercalli e con epicentro nella frazione di Casamicciola Terme.
Non c’è più tempo da perdere
Ischia è da sempre il simbolo dell’abusivismo edilizio e della cementificazione selvaggia. Per questo, secondo la presidente di Legambiente Rossella Muroni e il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo non c’è più tempo da perdere. Investire nella riqualificazione degli edifici e adeguarli alle norme vigenti è un’operazione troppo a lungo rimandata ma che ora è più urgente che mai.
«L’Italia è un Paese fragile e a rischio sismico – ha dichiarato l’associazione ambientalista –. Davanti a questa ennesima tragedia speriamo che chi, in queste settimane, sta cavalcando il tema dell’abusivismo di necessità per ricercare consenso elettorale si fermi».
Secondo Legambiente, è necessario iniziare a porre l’attenzione concreta sulla rigenerazione dei tessuti urbani, oltre che sulla riqualificazione energetica e anti sismica del patrimonio edilizio esistente.
Tutti i numeri dell’abusivismo
Nel 2016 gli abusi edilizi accertati in Italia sono stati 17mila. Tra le regioni più colpite dal fenomeno ci sono quelle del Sud: in dieci anni in Campania sono state realizzate circa 60mila case abusive.
E se le costruzioni avanzano a ritmo incessante, sono poche le abitazioni abusive che vengono demolite. In italia, dal 2001 al 2011, solo il 10,6% degli immobili non a norma è stato effettivamente raso al suolo.
Una percentuale che precipita al 4% nella provincia di Napoli e rasenta lo zero in quelle di Reggio Calabria e Palermo.
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