Gli animali sono o non sono in grado di segnalarci, con il loro comportamento, l’imminenza di una catastrofe naturale e in particolare di un terremoto?
Da anni ricercatori di moltissimi paesi (Giappone, Cina, USA e anche Italia) stanno tentando di trovare una risposta convincente e soprattutto scientifica alla questione, che rivestirebbe indubbia importanza e utilità pratica. Tuttavia gli studi sugli animali come precursori o “profeti” sismici ancora oggi non hanno fornito risposte definitive, seppure la maggioranza degli scienziati, va subito detto, sono molto scettici sulla possibilità di codificare con certezza comportamenti di questo tipo.
Infatti, se da una parte esistono da secoli migliaia di osservazioni e prove empiriche, per lo più aneddotiche, di comportamenti di questo tipo, dall’altra queste sono state effettuate per lo più in situazioni e contesti molto eterogenei, in condizioni non riproducibili e non controllate (come può esser un laboratorio) e, quindi, non associabili con certezza a un determinato evento. Inoltre, tali osservazioni sono state effettuate senza la possibilità di verifica di un campione “in bianco”: ovvero si raccolgono i comportamenti anomali, ma non quelli normali che si possono osservare contemporaneamente nello stesso luogo e nello stesso momento.
Infine, molti di questi comportamenti sono leggibili e collegabili solo a posteriori, dopo l’evento, quindi sono ritenuti scientificamente non significativi.
Poche prove ma tanti indizi
Tuttavia se, come si dice nelle indagini poliziesche, tre indizi fanno una prova, qui di indizi ne abbiamo ormai migliaia…
E i primi risalgono addirittura agli scritti dello storico greco Diodoro, che ci racconta di topi, serpenti, millepiedi, donnole e vermi in fuga dalla città di Helike, nel golfo di Corinto, osservati dalla popolazione nel 373 a.C., cinque giorni prima di un forte terremoto e successivo maremoto che fecero sprofondare la città negli abissi. Poi ci sono tanti altri casi analoghi. Plinio il vecchio, descrive l’agitazione degli uccelli appena prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.; il famoso geologo Deodat de Dolomieu accenna all’insopportabile ululare dei cani prima del terremoto che colpì lo stretto di Messina nel 1783. Un ululare così assordante e fastidioso che, invece di spingere le autorità a interrogarsi sulla possibile causa queste emisero “l’ordine di ucciderli”!
Per arrivare a eventi più recenti, molto interessante è stato il sisma di magnitudo 7.3 (quindi forte) che colpì la regione cinese del Liaoning nel febbraio del 1975. Già dal 1974 le autorità cinesi, che da precedenti indagini geologiche e sismologiche si aspettavano un terremoto in zona, cominciarono a monitorare l’area non solo con i sismologi, ma istruendo la popolazione a osservare e comunicare alle centrali sismiche il comportamento animale e altri segnali della natura (es. improvvisi intorbidimenti delle sorgenti, globi luminosi che fuoriuscivano dal terreno, emissione di gas, ecc.) raccogliendo così, una quantità crescente di avvisi. Da questi e da altre anomalie misurate strumentalmente, le autorità poterono dedurre l’imminenza del terremoto e organizzare lo spostamento delle persone dalle proprie case in ricoveri d’emergenza, approntati per l’occasione, poche ore prima della scossa principale.
Fine prima parte
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riproduzione consentita con link a originale e citazione fonte: rivistanatura.com
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