Di particolare interesse naturalistico sono le osservazioni che riguardano la Testuggine palustre europea (Emys orbicularis); si riconosce per il carapace con un colore dominante nero-verdastro spruzzato o screziato di giallo; zampe, collo e testa sono da bruni scuri a nerastri, con macchiette e striature di un giallo più o meno vivo. Il carapace può raggiungere una lunghezza di 30 cm, ma in genere è compreso fra 15 e 20 cm.
È tipicamente legata agli ambienti acquatici e frequenta stagni, paludi, laghetti, pozze, acquitrini, fossati, canali e torrenti a lento corso ricchi di vegetazione; ha abitudini per lo più acquatiche, ma frequenta anche l’ambiente terrestre.
Specie longeva che può vivere anche un secolo
La Testuggine palustre europea è attiva tra la primavera e l’autunno, mentre la quiescenza invernale, che di solito si estende fra novembre e febbraio-marzo, può avvenire sia sottoterra o tra le radici di alberi, sempre nei pressi delle sponde, sia nel fango del fondo dei corpi d’acqua. È una specie molto schiva e sospettosa; si immerge infatti rapidamente in acqua non appena avverta un pericolo, restando sul fondo fino anche a mezz’ora. Durante il giorno sta spesso in termoregolazione al sole sulle rive o su tronchi, muretti, pietre o accumuli di detriti emergenti dall’acqua.
Si ciba di invertebrati acquatici e terrestri, piccoli pesci, anfibi sia adulti sia allo stato larvale e in percentuale variabile, anche di sostanze vegetali. I giovani sono predati da alcuni mammiferi e da certi pesci carnivori e uccelli acquatici; gli adulti hanno invece pochi nemici naturali. È specie longeva ed in natura può superare ampiamente i 20 anni di età, mentre in cattività in letteratura sono citati vari esempi di individui che hanno superato un secolo di età.
Presente da nord a sud
In Italia è presente lungo la Penisola, comprese Sicilia e Sardegna, ma con popolazioni sempre più esigue ed isolate e appare quasi ovunque in costante rarefazione. In Italia settentrionale è fortemente minacciata d’estinzione.
Nel Veneto è presente all’interno o in prossimità dei maggiori comprensori palustri dei territori lagunari, perilagunari e deltizi, in particolare della Laguna di Caorle, della Laguna di Venezia e del Delta del Po. Popolazioni limitate e per lo più isolate sono localizzate in laghetti di cave senili di argilla o ghiaia, in bacini e canali residui, in bassure di recente bonifica.
Nella bassa Pianura Veneta la popolazione di Testuggine palustre europea ha avuto un forte crollo demografico e le principali cause di minaccia sono costituite dalla distruzione e dal degrado degli habitat palustri, dal crescente disturbo antropico, dall’urbanizzazione, dalle vaste trasformazioni ambientali, dall’uso di sostanze tossiche nelle pratiche agricole e nelle disinfestazioni, dalla raccolta diretta di esemplari (un tempo anche a scopo alimentare); a questo proposito, nella Laguna Veneta, ancora alla fine del 1800 i pescatori ne catturavano 200.000 individui ogni anno per smerciarle a Venezia per tenerle nelle case per combattere le blatte.
Un’altra causa di rarefazione è la competizione con le testuggini alloctone quali la Testuggine palustre americana (Trachemys scripta scripta), la Testuggine dalle orecchie rosse (ssp. elegans) e la Testuggine dalle orecchie gialle (ssp. troostii), che sono in costante aumento e tendono a prevalere sulla Testuggine autoctona nell’accesso al cibo e ai siti ottimali per la termoregolazione e sembrano senz’altro meglio dotate per sopravvivere in ambienti con ridotta naturalità.
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