In questa sede si sono già scritte parole molto efficaci riguardo l’abusivismo e la costruzione senza scrupoli nel nostro amato Paese. Proprio per questo non aggiungerò altro, ma mi limito a indicare cosa scrisse Tolstoj in un suo scritto, Guerra e rivoluzione (del 1906!!!).
L’autore russo riporta una sua breve riflessione sul fatto che oggi, spesso e volentieri, costruiamo senza considerare il contesto in cui viviamo, senza considerare il luogo fisico su cui può sorgere un edificio; altissimi grattacieli che tolgono non solo il fiato per salire fino all’ultimo piano, ma privano anche dello sguardo sull’orizzonte e, se andiamo avanti così, anche sul cielo.
Quando contempliamo le piramidi d’Egitto, noi siamo affranti dalla stupida crudeltà di coloro che le hanno fatte costruire e dall’inconcepibile servitù di chi le ha costruite. Ma quanto di più stupido e di più odioso è ora la costruzione di case da dieci a trentasei piani in cui gli uomini d’oggi sono così fieri! Attorno a loro si estendono le terre, con le praterie, le foreste, le acque limpide, l’aria pura, i suoi uccelli, i suoi animali, lo spazio dove regna il sole, eppure essi cercano di nascondere la luce, di fondare enormi città, dove non ci sono erbe e alberi, dove il cibo è adulterato e in cui tutta la vita è malsana e dolorosa. Non è l’indice di una vera pazzia questa società che si glorifica di tutte le follie che commette? Guardatevi attorno e vi accorgerete di altri edifici a trentasei piani che valgono quanto le stesse piramidi d’Egitto.
Lev Tolstoj, Guerra e rivoluzione
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