La storia della conservazione del topo australiano delle pianure (Pseudomys australis) è un affascinante susseguirsi di casualità.
Questo piccolo roditore – specie endemica dell’Australia – un tempo era tra gli animali più numerosi della grande isola.
Poi, l’arrivo di specie alloctone – come i gatti – ne ha minacciato la sopravvivenza. Ampiamente diffuso su tutto il territorio, nel 1990 il topo australiano delle pianure è stato dichiarato estinto negli stati di Victoria e del Nuovo Galles del Sud.
Come si è salvato
Il piccolo roditore si è però messo in salvo da solo. Alcuni individui, infatti, hanno superato le recinzioni di un’area protetta situata nella parte meridionale dell’Australia, a 500 chilometri da Adelaide. Lontana dalle volpi e dai gatti selvatici, la popolazione del topo australiano della pianure è tornata a crescere. «L’ultimo censimento ha contato circa 228 topi all’interno della riserva – ha detto la ricercatrice Katherine Tuft, direttrice dell’area protetta -. Se le condizioni meteo dovesse essere favorevoli – questo roditore predilige le pianure alluvionali – siamo certi che la popolazione crescerà ancora».
Al’interno della riserva non mancano però i predatori del topo australiano della pianure. Qui hanno la loro casa anche rettili, serpenti e aquile. Tuttavia, era l’incessante competizione coi gatti selvatici ad avere portato il piccolo roditore sull’orlo della scomparsa, tanto da essere listato come “vulnerabile” dall’Iucn, Unione Internazionale per la Conservazione della Natura.
I danni delle specie aliene
La storia del topo australiano della pianura mette ancora una volta in luce i danni causati dall’introduzione di specie aliene. «Gli equilibri della natura sono molto delicati e basta poco per sconvolgerli completamente – ha concluso la ricercatrice -. Il topo australiano della pianure ha buone possibilità di tornare a colonizzare l’Australia, ma tutto dipende anche dalla possibile di gestire la popolazione dei gatti selvatici».
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