Nome
Tortora selvatica (Streptotelia turtur)
Descrizione
Più piccola e meno pallida della Tortora dal collare, con coda meno lunga, testa più piccola e collo sottile; il volo è caratterizzato da battiti rapidi e ondeggianti. Ai lati del collo presenta una macchia a strie bianche e nere. Le parti superiori delle ali presentano un’elegante colorazione rossastra, mentre il petto è rosato.
Fenologia
In Italia e in Europa la specie è nidificante e migratrice transahariana. Parte per i quartieri di svernamento tra agosto e ottobre, tornando per la nidificazione tra la fine di marzo e giugno. Sverna nell’Africa sub-sahariana, dal Senegal attraverso le regioni del Sahel e del Sudan, fino al Mar Rosso.
Habitat
Nidifica in una grande varietà di ambienti ove sia presente una certa copertura arboreo-arbustiva. Predilige ambienti semi-aperti, quali cespuglieti, boschetti, margini di boschi, filari e frutteti. Il nido viene costruito su alberi o in arbusti folti. Si tratta di una struttura molto semplice, composta da rametti. Si riproduce anche frequentemente in aree coltivate dove siano presenti filari di alberi o siepi fitte e ben strutturate.
Distribuzione
È diffusa in tutta Europa ad eccezione di penisola scandinava, Irlanda, Islanda e del settore settentrionale del Regno Unito. In Italia è presente come nidificante in tutte le regioni, con esclusione delle zone alpine e della catena appenninica; generalmente si ritrova al di sotto dei 1.000 metri di quota.
Stato di conservazione
Nella maggior parte dell’areale è stato rilevato, a partire dalla metà degli anni ’70, e più ancora negli anni ’80, un serio declino della specie. Una delle più importanti cause di questo declino va ricercata nella lunga e marcata siccità che ha colpito le regioni del Sahel a partire dagli anni ’70, la quale ha causato una drastica riduzione di cibo e di risorse idriche. Ulteriori concause di questo importante declino sono, inoltre, da ricercare nella trasformazione delle tradizionali colture agricole in monocolture intensive nei quartieri riproduttivi, a seguito dell’eliminazione della vegetazione dei margini agricoli (filari e siepi), e nella caccia intensa durante le migrazioni.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
Il volume è:
– richiedibile qui: fauna@parcoticino.it
– scaricabile qui: https://ente.parcoticino.it/wp-content/uploads/2016/12/Atlante_Uccelli_Ticino.pdf
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