È stato scoperto a Impruneta, vicino a Firenze, il primo caso in Italia di naturalizzazione della cosiddetta edera velenosa (Toxicodendron radicans), specie originaria del Nord America e di alcune parti della Cina.
Il ritrovamento, avvenuto fortuitamente nell’ambito di un’iniziativa volta a ricercare sul territorio italiano specie di piante segnalate in passato e non più confermate, è opera di un team di botanici dell’Orto e Museo Botanico dell’Università di Pisa ed è stato documentato sulla rivista Italian Botanist, organo ufficiale della Società Botanica Italiana.
I campioni raccolti fanno parte di una grossa popolazione completamente spontaneizzata in località Sassi Neri e sono stati inseriti nell’erbario del Museo botanico pisano.
La pianta è fortemente tossica
In Italia, fino a oggi, l’edera velenosa era stata segnalata solamente in Trentino-Alto Adige in anni molto lontani, nel 1893 e nel 1930, e non era mai stata rinvenuta in Toscana.
La pianta, fortemente tossica, provoca dermatiti da contatto che, nel solo Nord America, colpiscono milioni di persone ogni anno ed è dunque molto importante che le amministrazioni e la popolazione locale siano consapevoli della sua pericolosità.
Come spiega Lorenzo Peruzzi, direttore dell’Orto e Museo Botanico dell’ateneo pisano: «Le invasioni biologiche sono oggi tra i più rilevanti temi ambientali nella nostra società. Specie aliene animali o vegetali, introdotte consapevolmente o inconsapevolmente dall’uomo in un territorio dove non sarebbero mai giunte con dinamiche naturali, possono causare danni anche gravi alla biodiversità autoctona. In alcuni casi, i problemi causati da queste specie possono anche ritorcersi direttamente contro la specie umana. Il ritrovamento dell’edera velenosa a Impruneta può essere utile a renderci più consapevoli di questi problemi».
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