Il Cammino Francese è il tracciato più popolare che porta a Santiago. Il punto di partenza è Saint-Jean-Pied-de-Port, un delizioso borgo con un incantevole dedalo di viuzze, sul versante francese dei Pirenei e, subito dopo sul lato spagnolo Roncisvalle, dove si svolse una delle più celebri battaglie condotte da Carlo Magno in cui morì il conte palatino Rolando.
Continua, poi, per quasi altri 800 chilometri fino a Santiago de Compostela, attraversando Pamplona, Logroño, Burgos e Leon. Ci vogliono in media quattro settimane per percorrerlo tutto. Si può raggiungere Saint Jean Pied de Port da Bayonne con un treno (Se, invece, si arriva dall’altra parte dei Pirenei, è possibile raggiungere Roncesvalles da Pamplona con un pullman).
Tutti i cammini verso Santiago hanno un loro perché (il Primitivo è uno dei più storici, quello del Norte è forse il più bello dal punto di vista naturalistico, etc…), ma il Francese ha tutti i perché. Diffidate da quei potenziali pellegrini che -solo per sentito dire- additano quest’ultimo come il più commerciale o da coloro i quali, nella loro esperienza di camminatori, lo denigrano per la “folla” che, specie in agosto e nell’ultimo tratto di cento chilometri, riempie la strada. È abbastanza fisiologico, oserei dire, che il Cammino Francese, essendo il più noto (anche grazie al libro di Paulo Coelho) sia il più frequentato, specie man mano che ci si avvicina alla meta. D’altronde come dicono gli spagnoli “El Camino es una metáfora de la vida” e come nella vita, ci sono momenti belli e brutti, occasioni per star da soli con se stessi e altre, in cui non ci si può esimere di condividere la strada con altri. L’importante per non svilire questa strepitosa avventura è percorrerlo tutto (di questo abbiamo parlato la scorsa volta): in questo modo attraverserete luoghi desolati e tratti più antropizzati.
Le regole per un buon Cammino
Ma quali sono gli ingredienti a cui accennavo? Sono innanzitutto le persone. Qualsiasi cammino si intraprenda, ognuno può decidere se andare da solo o dividere passi ed emozioni con altri: il cammino affianca le persone adatte. Senza le forzature di un’organizzazione preventiva, senza tener conto della nazionalità o della lingua, l’unica regola è lasciar fare al Cammino e aprirsi a ciò che accade ogni giorno. Ergo quella stessa presenza di persone, da alcuni ritenuta ingombrante è invece un aspetto importante quando ci si accinge a percorrere il primo Cammino. Saranno quei volti, la compagnia di gente avventurosa proveniente da tutto il mondo, le chiacchiere disinteressate con persone che, molto probabilmente potreste non rivedere più nella vita a forgiare le vostre giornate e a modellare i vostri pensieri. Quando nel 2013 percorsi la Via de La Plata, incontrai solo sette pellegrini (in mille chilometri di tracciato) e, per quanto attraversassi una fase più intimistica della mia vita, non posso non ammettere che sentii la mancanza del confronto e del conforto di altri viandanti. Gli altri cammini, come il Nord (che mi accingo a percorrere), hanno tutti dei punti di forza che spingeranno il pellegrino (che ha già percorso il Francese) alla loro scoperta, ma, periodicamente, dopo aver sperimentato altre strade, tutti tornano sui propri passi perché -appunto- il primo Cammino non si scorda mai. E si ha necessità di percorrerlo ancora.
A parte la componente umana, il Francese è anche il più strutturato dal punto di vista dei servizi e degli alloggi e se siete ancora camminatori “in rodaggio”, avere più agevolazioni nella scelta della lunghezza delle tappe, senza essere condizionati dalla presenza o meno di un luogo dove dormire (come succede ancora in cammini meno battuti), non è da sottovalutare. E infine i luoghi. Che hanno sedimentato storie ed emozioni. E quando parlo di luoghi intendo le città, ma anche punti precisi dentro boschi o cittadine, posti magici come il monastero di San Juan De Ortega, la Casa de los Dioses a San Justo de la Vega (purtroppo questo posto incantevole nato dalla volontà di un ragazzo di Barcellona di nome David sta però per scomparire), o ancora l’Arroyo di San Bol nel bel mezzo delle Mesetas. Tutti posti avvolti da un’aura quasi esoterica che riservano alle corde del pellegrino vibrazioni indimenticabili. Dedicherò, più avanti, lo spazio e il tempo necessari per parlavi di questi punti magici del Camino Francés (e che sarete voi a unire come in un gioco di enigmistica fantasia col vostro peregrinare).
Le altre vie del Cammino
Parleremo di tutti i Cammini. Ma, assodato che il primo da cui iniziare la vostra carriera di pellegrini è quello Francese, mi sono riservato alla fine l’elenco (credo addirittura non esaustivo) di altre possibili strade che un giorno potrete decidere di intraprendere. Ecco quali: Cammino del Nord (o Camino de la Costa); Cammino Sanabrese; Cammino Aragonese; Cammino Primitivo; Cammino Portoghese; Via de La Plata; Via Augusta (da Cadiz a Sevilla); Cammino Lebaniego (66 chilometri da San Vicente de la Barquera a Santo Toribio de Liebana, in direzione dei Picos de Europa); Cammino inglese; Camino de Madrid (si innesta sul Cammino di Santiago a Sahagun); Camino del Sureste (da Alicante e poi si innesta sulla Via de La Plata); Camino del Levante (da Valencia e poi si innesta sulla Via de La Plata); Ruta Maritima (Ruta del Mar de Arousa e del Rio Ulla); Camino del Ebro e Catalán; Camino de Àlava o Camino Vasco del Interior (una variante di inizio del Francese anche detta Ruta del Tunnel).
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