Quando si tratta di uova sono tante le domande, anche di natura etica, che la gente si pone, soprattutto sulla loro provenienza.
Da dove vengono le uova?
La legge impone che sul guscio delle uova venga indicata la provenienza attraverso un codice: 0 per la produzione biologica; 1 per l’allevamento all’aperto; 2 per l’allevamento a terra; 3 per l’allevamento in gabbie.
L’allevamento in batteria è considerato fuori legge dal 2012 per via di una direttiva europea che ha imposto l’adeguamento di tutti gli allevamenti in gabbia. Nonostante questo divieto, in Italia circa la metà degli allevamenti in gabbia non si è ancora adeguato e utilizza ancora il vecchio sistema, dove le e galline sono stipate in gabbie di pochi centimetri quadrati.
«Purtroppo le diciture sono fuorvianti – spiega l’associazione animalista Essere Animali –. Nel caso dell’allevamento a terra, le galline vivono stipate in capannoni e un metro quadro può contenere fino a 9 individui. Quando si parla invece di allevamento “all’aperto” vuol dire che agli animali viene data la possibilità di uscire in aree recintate per alcune ore al giorno, ma l’interno dei capannoni, dove le galline vivono due terzi della loro vita, è identico a qualunque allevamento a terra».
Anche il biologico non assicura maggiori tutele per gli animali: significa solamente che le galline hanno la possibilità di uscire all’aperto su un terreno coltivato in maniera biologica e che sono alimentate con mangimi biologici ma le condizioni di vita, di fatto, non variamo molto.
«Le galline ovaiole che vivono negli allevamenti producono una quantità di uova che è tutto tranne che naturale – ha precisato l’associazione Essere Animali –. La selezione genetica di centinaia di anni ha portato allo sviluppo di animali sempre più produttivi a discapito del loro organismo».
Come vivono gli animali?
In tutti i casi, i volatili subiscono un processo denominato debeccaggio: tutti i pulcini che saranno immessi negli allevamenti intensivi subiscono la mutilazione del becco. Si tratta di una pratica altamente invasiva, che viene effettuata entro i primi 10 giorni di vita tramite uno strumento apposito costituito sostanzialmente da una lama incandescente che amputa la punta del becco e cauterizza automaticamente la ferita.
Questa operazione vene fatta al fine di limitare i problemi derivati dall’aggressività indotta dallo stress degli allevamenti intensivi.
Inoltre, in tutti gli allevamenti per la produzione di uova i pulcini maschi sono uccisi appena dopo la nascita.
Che fine fanno le galline?
Una gallina non produce la stessa quantità di uova per tutta la vita e per la filiera produttiva questo rappresenta un ostacolo. Così – spiega l’associazione – «Appena una gallina diminuisce la produttività viene mandata al macello per diventare carne di seconda scelta».
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