Un’immagine drammatica ha ripreso dall’alto i globicefali (Globicephala melas), conosciuti anche come delfini pilota o balene pilota, che si accalcavano in un groviglio a forma di cuore vicino alla riva prima di arenarsi in massa sulla spiaggia di Cheynes, nella parte meridionale dell’Australia Occidentale. Mentre ieri mattina la notizia ha fatto il giro del mondo, le autorità e i volontari hanno cominciato una corsa contro il tempo per cercare di riportare i globicefali sopravvissuti in acque più profonde. Nel frattempo fino a ieri sera ben 51 esemplari sono già morti.
Il Parks and Wildlife Service comunica che nella giornata di ieri sono arrivate centinaia di offerte di aiuto per salvare i globicefali spiaggiati e ora c’è all’opera un numero sufficiente di volontari autorizzati, mentre per ragioni di sicurezza, il pubblico è invitato a rimanere lontano dalla spiaggia.
L’operazione di salvataggio presenta molteplici rischi, basti pensare all’impatto di questi delfinidi di grandi dimensioni in stato confusionale, in difficoltà e potenzialmente malati; alla presenza di squali; al moto ondoso; ai macchinari pesanti e alle imbarcazioni utilizzate. Solo volontari addestrati e preparati possono essere di aiuto.
Spiaggiati in massa
I globicefali sono stati visti nuotare vicino alla riva, prima di rimanere spiaggiati.
I biologi marini non sono ancora in grado di spiegare il fenomeno, perché delfinidi e balene arrivino deliberatamente sulla spiaggia. Potrebbero essersi ammassati per sfuggire a un grande predatore, come un’orca; oppure aver seguito un loro compagno malato; o aver perso l’orientamento.
La dottoressa Vanessa Pirotta ha dichiarato a Sky News: «Personalmente non avevi mai visto nulla di simile. I globicefali sono una specie d’altura. Sono molto sociali. Stanno insieme. Ma in questo modo?». I biologi hanno ora il pesante compito di valutare quali esemplari abbiamo più possibilità di sopravvivere per far convergere su di essi il lavoro dei volontari.
I Globicephala melas possono raggiungere i 7,6 metri di lunghezza, si riconoscono per il colore nero e la fronte bulbosa. Si trovano nelle acque dell’emisfero meridionale e dell’Oceano Atlantico settentrionale.
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