La crosta oceanica del Mar Ionio è il più antico frammento rimasto dell’antico Oceano Tetide, che separava i due grandi blocchi delle terre emerse nella Pangea. Ma per quale ragione non è sprofondata in occasione della collisione con la crosta continentale, come avvenuto altrove?
Trae origine da questa domanda lo studio congiunto dell’Università di Firenze e della cinese Southern University of Science Technology (SUSTech) “Transmogrification of Ocean into Continent: Implications for Continental Evolution”, recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science.
La ricerca, guidata rispettivamente da Paola Vannucchi, ordinario di Geologia Strutturale presso il Dipartimento di Scienze della Terra, e da Jason P. Morgan, ha portato alla scoperta di un nuovo meccanismo con cui si origina la crosta continentale, quella parte di crosta terrestre che forma i continenti. Questa, a differenza della crosta oceanica formata dalla risalita di materiale magmatico direttamente dal mantello del pianeta, viene generata dai cosiddetti vulcani di arco e deriva dalla subduzione, cioè dallo sprofondamento di una parte della crosta oceanica che crea come una distillazione di crosta meno densa, più silicea, che dà forma appunto alla crosta continentale.
Come spiega Paola Vannucchi: «Questi frammenti di Tetide – il Mar Ionio, ma anche il Mar Caspio, il Mar Nero e alcuni grandi bacini dell’Asia – diventano luoghi preferenziali per la sedimentazione marina e terrestre. Basti pensare che sopra la crosta oceanica del Mar Ionio ci sono 10.000 metri di sedimenti derivanti dall’erosione e non solo. Ebbene, con il tempo – circa 500 milioni di anni – il calore che si sprigiona da questi sedimenti rende la crosta meno densa e le impedisce di sprofondare. In questo modo i sedimenti trasformano l’ex fondale marino in una forma unica di crosta continentale e litosfera sottostante».
Questo processo, chiamato dagli studiosi “transmogrificazione”, spiega anche perché alcuni bacino, come il Mar Nero o il Mar Caspio siano ricchi di gas e risorse naturali come le terre rare.