Qui trovate le altre tappe del percorso
Questo che state per leggere è il terzo racconto della storia della Dorsale dei Nebrodi. Una spettacolare passeggiata che vi conduce nel cuore del’omonimo Parco. L’ultima volta ci siamo lasciati a Portella dell’Obolo ed è proprio da lì che vi suggeriamo di partire per questo terzo affascinante tratto di percorso. Anche in questo caso il consiglio è lasciare un’auto alla fine del tragitto, cioè Portella Miraglia e tornare indietro fino al punto di inizio. Il percorso di oggi si compie in circa sei o sette ore di cammino: ventiquattro chilometri di monumenti verdi e panorami mozzafiato.
Lasciata Portella dell’Obolo che si trova a 1503 metri si scende seguendo la strada provinciale 168 e, dopo circa un chilometro, imboccate a sinistra una strada in terra battuta. Inutile dirvi che sarete circondati da querce e faggi. Anche loro piuttosto parlanti. Il sottobosco è un sinfonia di emozioni. Fermatevi e fate una panoramica con i vostri occhi: macchie di agrifoglio, pungitopo, rovi, biancospino e perastro. Ma anche felci secolari, iris inguilate e ciclamini selvatici. Lo spettacolo è lì per voi.
Camminando nel fitto del bosco vi imbatterete in secolari cerrete, e arriverete fino alla Caserma Mafauda (ex caserma del Corpo Forestale) e successivamente vi inerpicherete fino a Portella Calcare a 1410 metri. Non spazientitevi e conservate l’appetito fino alla cima di Monte Pelato, da dove il panorama è uno dei più belli. Alla vostra destra potrete mirare l’Etna e tutto intorno vi faranno compagnia tutte le punte dei Nebrodi e delle vicine Madonie. E qui che potrete concedervi la vostra pausa mangereccia e rilassarvi sotto le chiome di due enormi noci. Fatevi raccontare le fiabe della montagna, ma non fatevi ammaliare dalle loro storie, c’è ancora strada da fare. Praticamente altri dodici chilometri tutti a 1.400 metri. Quando si dice trekking d’altura.
Riprendete il percorso principale dentro la maestosa faggeta e passo dopo passo arriverete a Portella del Ceramese e poi a seguire a Portella Scarno. Qui si può prendere il sentiero a destra e fare un’escursione alla Caserma Sambuchello ex caserma delle guardie campestri e giungere al lontano Lago Ancipa dove nasce il fiume Simeto. Per arrivare al lago ci vogliono altri dieci chilometri, quindi rimandate la deviazione alla prossima gita. Chiamato anche lago Sartori è un grande invaso artificiale che si snoda nel territorio di Troina, Cerami e Cesarò. Tutto il lago è circodanto da boschi.
Rimanendo coi piedi ben piantati sul sentiero principale si arriva alla Fontana Mucciata e a seguire a Portella Miraglia. Praticamente in corrispondenza della Strada statale 289, siete a circa quindici chilometri da Cesarò. Non vi resta che cercare il bar di Natalina al centro del paese e rifocillarvi con una buona cioccolata e le paste di mandorla.