Nome
Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)
Descrizione
Il maschio è grigio-nerastro con petto e gola neri e macchia alare bianca. La femmina è grigio-bruna. Entrambi presentano una caratteristica coda rosso ruggine, continuamente in movimento.
Fenologia
Nel nostro Paese il Codirosso spazzacamino è nidificante, migratore regolare e svernante. Mentre le popolazioni dell’Europa centrale e orientale sono migratrici (movimenti tra febbraio e aprile e tra agosto e novembre), quelle italiane sono sedentarie o compiono al massimo brevi spostamenti altitudinali.
Habitat
Preferisce terreni rocciosi, sassosi, oppure disseminati di massi, ma anche pareti rocciose, fino al limite delle nevi perenni. Il frequente utilizzo di muri ed edifici per la nidificazione ha facilitato la colonizzazione degli ambienti a bassa quota e l’espansione verso nord in valli e pianure. Ha così occupato anche grandi città, dove l’ampia disponibilità di cavità idonee alla nidificazione e di punti elevati da utilizzare come posatoi per il canto creano condizioni favorevoli alla specie. Durante l’inverno si concentra a quote inferiori.
Distribuzione
Ampiamente diffuso nell’Europa centrale e meridionale. In Italia è diffuso sulle Alpi e sugli Appennini, fino alla Sicilia, mentre è localizzato nelle zone pianeggianti e assente dalla Sardegna. La popolazione italiana è stimata in 200.000-400.000 coppie.
Stato di conservazione
Attualmente classificato con stato di conservazione favorevole a livello continentale.
In Italia, nonostante alcune flessioni a livello locale, probabilmente legate alla diminuzione di ambienti aperti in aree montane causata dall’abbandono delle pratiche agricole e pastorali di tipo tradizionale, la situazione del Codirosso spazzacamino non appare negativa, grazie soprattutto al forte incremento registrato un po’ ovunque nei centri urbani.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri