Nel nostro viaggio tra i progetti virtuosi di un Italia che sempre di più ha capito che “l’unione fa la forza”, ci troviamo spesso a raccontare iniziative che nascono dal basso ed in particolare dai piccoli comuni.
Del resto, i 7.998 comuni che oggi compongono il panorama territoriale-amministrativo del nostro Paese, se da una parte possono dare problemi di gestione e coordinamento, dall’altra costituisco uno straordinario patrimonio di diversità e bellezza. E sempre di più stanno nascendo associazioni e reti di paesi e cittadine, in prevalenza medio-piccoli, che hanno deciso di unirsi per evidenziare e valorizzare le risorse e le identità locali ed anche per perseguire insieme, e quindi meglio, alcuni obiettivi virtuosi, come quello dell’ecosostenibilità o quello della “promozione della qualità e delle capacità locali, quali opportunità per disegnare uno sviluppo competitivo basato sull’innovazione”.
Iniziative e progetti portati avanti sovente con una determinazione ed un entusiasmo davvero encomiabili e contagiosi.
Tra queste associazioni di comuni ne segnaliamo quattro: l’Associazione Comuni Virtuosi, la Rete dei Comuni Solidali, il Club i Borghi più belli d’Italia e l’Associazione Borghi Autentici d’Italia.
Quest’ultima, che riunisce una quarantina di comuni per oltre 100.000 residenti, si definisce come “…una rete fra territori dove protagoniste sono le persone e le comunità, realtà che decidono di non arrendersi di fronte al declino e ai problemi ma che scelgono di mettere in gioco le proprie risorse per creare nuove opportunità di crescita: realtà che appartengono a quell’Italia che ce la vuole fare. Noi pensiamo che sia arrivato il tempo di spostare l’attenzione, e con essa l’ordine delle priorità, dal centro alle periferie, dal grande al piccolo, dalla velocità degli annunci alla pazienza della costruzione quotidiana”.
Borghi Autentici sostiene e rappresenta una parte di quell’Italia nascosta che ogni giorno trova le sue motivazioni per avviare iniziative ed azioni progettuali di sviluppo strategico. È un’Italia che punta innanzitutto sulla riscoperta e riqualificazione della propria identità, senza farsi spaventare da questioni come quella dell’integrazione ed anzi traendo forza per affrontarli proprio dalla coscienza delle proprie radici. La comunità quale luogo, contesto umano e culturale, che è sinonimo del buon vivere, di gusto, di un saper fare creativo e coraggioso, oltre che di una dimensione sociale “dolce”. Una comunità capace di aprirsi all’esterno e divenire vera “Comunità Ospitale”, protagonista della nuova cosiddetta Soft Economy.
Infine è bello evidenziare che queste associazioni sono a loro volta “reti di reti”, inserite in contesti anche internazionali. Ad esempio Borghi Autentici d’Italia fa parte di alcune reti quali: Res Tipica – ANCI, il Covenant of Mayors: il Patto dei Sindaci: un impegno per l’energia sostenibile, l’Associazione Italiana Turismo Responsabile, l’Earth – European Alliance for Responsible Tourism and Hospitality, Focus Europe, FAI – Fondo Ambiente Italiano e Banca Etica.
Invece il Club “I Borghi più belli d’Italia”, insieme a Les plus Beaux Villages de la France, a Los Pueblos Màs Bonitos de Espana, Les plus Beaux Villages du Quebec ed alle associazioni di tanti altri paesi è membro dell’Associazione Internazionale “Les plus beaux villages de la Terre”.
A dimostrazione, tra l’altro, che questo tipo di approccio è ormai ampiamente sentito e condiviso a livello mondiale.
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