Tutti conoscono Ungaretti e una buona parte conosce la sua poesia Fiumi.
Attraverso i fiumi incontrati nella sua vita, Ungaretti ripercorre la sua storia ed è incredibile come ciò accada mentre il poeta si trova sul fronte durante la Grande Guerra. In un momento così critico, doloroso e compromesso, il poeta pensa alla vita, si immerge nell’Isonzo ed è come se si rigenerasse nelle sue acque:
Stamani mi sono disteso
In un’urna d’acqua
E come una reliquia
Ho riposato
Una volta uscito, si è chinato a ricevere / il sole; quasi inutile far notare come la Natura giochi un ruolo fondamentale. Essa non ha colpe nella guerra, non ricopre alcun ruolo nei giochi politici di chi manda in prima linea dei soldati; la Natura è sopra ogni cosa, eppure … eppure non si lascia scappare l’occasione di avvolgere il poeta, far percepire che la vita esiste e che ognuno di noi ha la possibilità di fare un bilancio della propria. Come Ungaretti. Ogni giorno incontriamo la Natura, ognuno di noi ha i propri fiumi: li ricordiamo?
Infine, è grandioso il pensiero che sorge nel poeta presso l’Isonzo.
Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universoIl mio supplizio
È quando
Non mi credo
In armonia
Con parole che ricordano alcuni Salmi, Ungaretti si sente una docile fibra dell’universo, una piccola parte del tutto, senza la quale però il tutto non sarebbe tale. La Natura conosce le proprie fibre.
Quanto è importante oggi essere in armonia con il mondo ed è una grande sofferenza esserne lontani.
È bene augurarsi che ciascuno di noi possa, il prima possibile, immergersi nei propri fiumi.
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