Nome
Upupa (Upupa epops)
Descrizione
Specie inconfondibile, per le ali larghe e arrotondate con vistose striature bianche e nere, il capo con cresta erettile e il volo tipicamente “sfarfalleggiante”. La coda è nera con larghe bande bianche e il resto del corpo è color camoscio. Il becco è lungo e stretto, leggermente ricurvo. Se minacciata, si appiattisce al suolo e mette in mostra le bande bianche e nere sulle ali e sulla coda per spezzare la propria sagoma agli occhi del nemico.
Fenologia
In Italia è specie migratrice regolare, estiva e nidificante, svernante con contingenti scarsi e localizzati nelle regioni meridionali e insulari.
Habitat
Tipica specie delle zone pianeggianti e di collina. Frequenta ambienti aperti, coltivi e incolti, dove siano presenti boschetti, vecchi alberi sparsi o filari, ruderi e manufatti vari in cui nidificare. Ugualmente favorevoli sono i vecchi frutteti, i vigneti tradizionali e gli uliveti, i castagneti e in generale i margini di boschi misti di latifoglie e le radure delle pinete costiere.
Distribuzione
In Europa (a Oriente sino all’India) e nel Nord Africa (comprese le Isole Canarie) è presente la sottospecie nominale. Rara in Scandinavia e nelle Isole Britanniche. A partire dalla metà del XIX secolo, modificazioni ambientali legate alla modernizzazione dell’agricoltura e forse a variazioni climatiche hanno provocato una complessiva riduzione numerica e una contrazione dell’areale di nidificazione. Attualmente l’Upupa risulta estinta in Inghilterra e Paesi Bassi e numericamente ridotta in Francia, Germania, Balcani ed Est europeo. In Italia, durante la stagione riproduttiva è distribuita uniformemente in tutta la penisola e nelle isole maggiori con l’esclusione delle zone di alta montagna e delle piccole isole. È specie diffusa e abbastanza comune sebbene sia sempre poco abbondante e localmente possa risultare assente. In Italia vengono stimate 20.000-50.000 coppie nidificanti.
Stato di conservazione
La specie ha uno stato di conservazione sfavorevole in Europa. La popolazione nidificante italiana è considerata stabile, con fluttuazioni o decrementi locali. Le principali cause di minaccia sono costituite dalla semplificazione degli ecosistemi agricoli e forestali, dalla riduzione di prede (specialmente di insetti e delle loro larve, come Gryllotalpa gryllotalpa e Melolontha sp.) conseguente all’uso di insetticidi, dalla progressiva meccanizzazione della gestione di frutteti e vigneti e dalla scomparsa dei filari di gelsi e salici capitozzati, che rappresentavano il sito elettivo di nidificazione.
di Fabio Casale, Fondazione Lombardia per l’Ambiente
Supervisione scientifica: Giuseppe Bogliani, Università degli Studi di Pavia
tratto da:
Casale F., 2015. Atlante degli Uccelli del Parco Lombardo della Valle del Ticino.
Parco Lombardo della Valle del Ticino e Fondazione Lombardia per l’Ambiente.
Foto: Antonello Turri
Il volume è:
– richiedibile qui: fauna@parcoticino.it
– scaricabile qui: https://ente.parcoticino.it/wp-content/uploads/2016/12/Atlante_Uccelli_Ticino.pdf
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