Si chiama Vanishing Beauty ed è un network che mette in connessione fotografi naturalisti audaci e collaborativi desiderosi di documentare gli effetti dei cambiamenti climatici sulla bellezza del Pianeta e sugli animali selvatici.
di Homo ambiens
Quando oltre 25 anni fa abbiamo trasformato la nostra passione per la documentazione del mondo naturale in una professione lo scenario della fotografia naturalistica era profondamente diverso da ora. In Italia i professionisti si contavano sulle dita di una mano ma il panorama editoriale era in fermento: un terreno incolto, pieno di possibilità. Oggi le cose sono cambiate. I fotografi di natura italiani sono moltissimi e si fanno notare anche in contesti internazionali, soprattutto nei concorsi, dove non mancano mai nella lista dei vincitori.
Al di là dei personalismi
Quello che continua a mancare, però, è un movimento italiano di fotografia naturalistica. I personalismi hanno impedito che si formasse una rete di collaborazione tra chi opera in questo settore e, a differenza di ciò che succede in altri Paesi, è raro vedere progetti cooperativi. Quando si apre una discussione tra professionisti è di solito per demolire o glorificare, sempre in modo acritico e poco costruttivo.
E se provassimo a cambiare strada? Certo non abbiamo l’illusione di modificare la tendenza molto contemporanea di esibire il fotografo prima della fotografia. Ma, come professionisti che lavorano in team, quello che vorremmo fare è condividere la nostra esperienza. Seguendo l’idea che un buon reportage, soprattutto quando realizzato con tecniche innovative, sia il frutto di una collaborazione tra sensibilità e professionalità diverse.
Tra rigore e innovazione
È anche da qui che nasce l’idea di lanciare il Vanishing Beauty Network; una rete di fotografi naturalisti che, attraverso alcune spedizioni nazionali e internazionali, vuole raccontare cause ed effetti della crisi climatica che stiamo attraversando. L’idea è di collaborare alla realizzazione di immagini evocative ed esplicative di quello che sta accadendo nel nostro pianeta, in modo rigoroso ma innovativo. Si tratta di progetti già nei piani di Homo ambiens, ma per i quali assume particolare importanza la condivisione con altri fotografi.
Spedizioni in 4 continenti
Il progetto Vanishing Beauty, per durata e per ambizione, ha un respiro molto ampio, e toccherà almeno 4 continenti; ecco alcuni dei primi focus già in cantiere:
Ricordare il futuro, sinergia e destino comune tra felini e umani
Un panel di spedizioni centrate sui felini sudamericani. In collaborazione con le comunità locali che conservano la conoscenza antica del mondo naturale e sono portatrici di un punto di vista originale senza il quale non si potrà garantire un futuro a queste terre. Progetto Canopi, la foresta amazzonica (la casa degli indios, luogo d’elezione degli ultimi giaguari); Leoni di montagna, le Ande cilene (terra delle ultime popolazioni di puma rimaste nel continente);
Sogno africano, tra caracal e licaoni
Nel cuore della savana per documentare la fauna africana costretta a condividere ogni giorno il proprio spazio vitale con una moltitudine sempre più esigente di turisti internazionali;
Ancora bianco, le ultime frontiere ghiacciate
Le Isole Svalbard e le Isole Sandwich come esempi delle complesse dinamiche in corso nelle calotte polari, ma anche come luoghi chiave per la vita e la biodiversità del nostro pianeta (orso polare, pinguino imperatore).
Come far parte del network
Le spedizioni saranno aperte ad altri fotografi che condividono i nostri obiettivi. Sarà possibile fare solo una parte del viaggio o l’intero percorso, il tutto è ancora in fase di definizione ma per avere informazioni e partecipare in modo attivo alla costruzione del progetto si può scrivere all’indirizzo: editor@homoambiens.com
È da qui che ripartiremo dopo lo stop forzato della pandemia, con l’inedita idea di farlo insieme ad altri fotografi con cui poter condividere la nostra avventura professionale.
Insomma, dopo tanti anni passati ad essere fotografi orsi, fieri della nostra solitudine, vorremmo diventare fotografi lupi, che condividono fatiche e successi. Ora non resta che far parte del network.